Npc, parla Cattani: “Il tempo dell’uomo solo al comando è finito. Quest’anno troppi errori e brutto clima. Sogno unica squadra, ecco come”

(di Martina Grillotti) Nuova puntata de La Rana nel Pozzo su RietiLife Tv, il talk di RietiLife condotto dal direttore Emiliano Grillotti. Un appuntamento speciale: ospite l’imprenditore reatino e patron della Npc, Giuseppe Cattani. Al centro della trasmissione, il basket e il futuro della squadra reatina appena retrocessa in B dalla serie A2. Ma non solo. “Questa retrocessione ce la siamo meritata – ha detto Cattani in apertura di puntata – non meritavamo magari quella sotto il Covid ma quest’anno abbiamo fatto troppi errori ed è giusto così. Il campionato lo abbiamo perso prima, non nell’ultima giornata. Fa male ma bisogna guardare avanti. L’altra non era giusta perché ci hanno costretto a giocare in 5 o in 6 e vincere era impossibile. La federazione voleva evitare di segnalare i positivi ma la Npc, seguendo l’Oms, ha sempre segnalato i positivi”.

Dopo un excursus sulla storia della Npc – dal 1981 ad oggi – si è parlato anche parlato della scelta di comprare il titolo di Piacenza per fare la A2 nell’ultima stagione: “È stata una scelta imprenditoriale – ha spiegato Cattani – avevamo due vie da perseguire, da un lato fare una B di altissimo livello e tentare la sorte per salire, dall’altro comprare un titolo di serie A2 e fare una stagione dignitosa e economicamente più favorevole. Abbiamo scelto quest’ultima, ho perso una scommessa e anche tanti soldi”. Il lato economico della pallacanestro è stato certamente un punto di scelta importante: “Se ci fosse un’unica squadra – ha detto Cattani – ci potrebbero essere introiti importanti”. Cattani appare provato da due retrocessioni e, a detta sua, da un clima difficile in città proprio attorno alla palla a spicchi: “Sono stanco di lottare ma questi ultimi tre anni, soprattutto l’ultimo, mi hanno scosso molto. Mi sono chiesto io stesso ‘chi me lo ha fatto fare?’. Certo va detto che, anche se tifo Npc, mi piacerebbe andare a vedere qualche partita della Real Sebastiani. Però non posso: i tifosi mi ricoprono di insulti e non ne capisco il motivo. Il tifo si è diviso – aggiunge Cattani, ripercorrendo anche la nascita della Sebastiani – sarebbe stato bello evitare la spaccatura in una città come Rieti: con una squadra che ha fatto un tale percorso e un’altra che sta nascendo, sarebbe stato bello ci fosse stato qualcuno a chiamare entrambi per cercare di restare uniti. Con Pietropaoli ne abbiamo parlato quando siamo stati chiamati da Calisse in Provincia, ho detto a Roberto che sarebbe bastata una telefonata e le cose sarebbero andate in maniera diversa. Qui è scoppiata una guerra su una cosa che doveva unire la città: questo è l’unico rammarico che ho”.

Il dualismo in città tra le due realtà sportive – Npc e Real Sebastiani – per la città è, secondo Cattani, una perdita. “Il basket deve unire tutti. Lo sport deve unire tutti”. In tanti parlano di una fusione: “Non so se ci siano i termini per riparlarne, siamo due persone che hanno due personalità diverse – dice Cattani di sé stesso e di Roberto Pietropaoli – C’è bisogno di uno strumento o di una persona che faccia da giudice e che possa portare ad un obiettivo comune. Servirebbe una società utile a fare entrare dei soci finanziatori e dei soci sostenitori, da questa si attingerebbe per creare una squadra forte e unica per la città. Non mi interessa come si possa chiamare questa squadra, mi interessa solo che in città ci sia una sola squadra”.

Si è parlato anche di Emca (European Multisport Club Association, ndr) all’interno della quale è entrata di recente anche la Npc (leggi): “Ci hanno fatto già referenti di zona, dobbiamo costruire sul territorio qualcosa che sia multisport legato alla Npc: questo potrebbe portare al Reatino un po’ di risorse. Se poi diventerà lo strumento della città sarebbe ancora più bello”. Ma insomma, quale è il futuro della Npc? “Da solo non posso più continuare, ho bisogno del sostegno delle aziende. Il tempo dell’uomo solo al comando è finito. Continuare in B? Da vedere, come è stato finora non si può più fare”. Nel gioco della Torre, tra Armani e Pietropaoli, Cattani salva il secondo ma ammette candido: “Tifo la Npc e l’Inter. Non potrei tifare né il Milan né la Sebastiani. La seguo come si segue qualsiasi altra squadra”.

Foto: RietiLife ©

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