I Carabinieri e l’Amministrazione Comunale di Morro Reatino, anche quest’anno, hanno reso onore alla memoria di Raoul Angelini, giovane Carabiniere, torturato e ucciso nelle campagne di Morro, nel 1944, per essere rimasto fedele al giuramento prestato.
Il Cap. Salvatore Beneduce, Comandante della Compagnia di Rieti, il Lgt. Michele Olibano, Comandante della Stazione di Labro, il Sindaco di Morro Reatino, Gabriele Cintia Lattanzi, con una rappresentanza dell’Amministrazione comunale e della Polizia Locale hanno deposto un omaggio floreale alla lapide commemorativa posta sul luogo dell’uccisione.
Nato il 14 dicembre 1923 a Terni, durante la seconda guerra mondiale Raoul Angelini presta servizio come Carabiniere presso la Stazione di Rivodutri (RI) e dopo l’8 settembre, in un clima di generale confusione, viene ucciso per essere rimasto fedele al giuramento prestato. Il 24 maggio 1944 si consegna alle autorità, dopo che un bando assicurava l’impunità a coloro che si fossero presentati alle autorità militari. Il contesto è quello del drammatico sbandamento tra riorganizzazione dei vari schieramenti e rappresaglie, in uno dei momenti più duri attraversati dalla provincia. Da documenti ufficiali sappiamo che il 24 maggio riprende servizio presso la caserma di Rieti e, dopo essere stato arrestato, muore da eroe nel territorio di Morro Reatino, rifiutandosi di tradire il giuramento prestato, dopo essere stato sottoposto a tremende sevizie.
Barbaramente ucciso il 1 giugno successivo con una raffica di mitra alla testa mentre viene fatto camminare lungo un sentiero. Da alcuni documenti emergono le terrificanti torture inflitte ad un giovane Carabiniere non meglio identificato, ma si tratta probabilmente di Raoul Angelini: “… lo presero e lo fucilarono … prima tagliarono sotto i piedi con la baionetta, poi ci misero del sale … poi gli cavarono un occhio con la baionetta … lo straziarono …”. Il giovane Carabiniere Raoul Angelini, nonostante non sia stato decorato, nella memoria collettiva delle comunità del reatino e del ternano, è ricordato, ancora oggi, come un grande Uomo che ha contribuito alla nascita della Repubblica Italiana e alla sua costituzione democratica.
Il Comando Provinciale di Rieti è a lui intitolato e, all’ingresso della Caserma, due anni fa il Comandante Provinciale Col. Bruno Bellini ha fatto affiggere la fotografia dell’Eroe senza gloria al fianco della targa a lui dedicata.
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Affermare che: “Il contesto è quello del drammatico sbandamento tra riorganizzazione dei vari schieramenti e rappresaglie, in uno dei momenti più duri attraversati dalla provincia” ritengo sia un esercizio di ipocrisia inaccettabile. Raoul Angelini fu trucidato dai fascisti. Questa è la verità che avrebbe dovuto essere sottolineata nell’articolo.