(di Cristian Cocuccioni – da RietiLife Free Press) Le recenti notizie sull’Emilia Romagna, messa in ginocchio dal maltempo e dalle esondazione di fiumi, rimettono al centro dell’attenzione tutte le strutture idrogeologiche della nazione. Nel Reatino, in particolare, secondo il recente rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico, si legge che le aree a pericolosità elevata e molto elevata di frana, sono pari al 2,5%, che corrisponde a 72,5 chilometri quadrati, di cui 8,4 con rischio molto elevato e 64,1 a rischio elevato – un numero non particolarmente alto – mentre le aree a pericolosità idraulica elevata sono il 3,3% che equivalgono a 91 chilometri quadrati, le zone a rischio medio, invece, sono 98 chilometri quadrati, pari al 3,6%.
Sempre la stessa percentuale per le zone a rischio basso di alluvione che copre 99 chilometri quadrati. Sulla base dello studio, sono 3.876 le persone che risiedono in aree potenzialmente a rischio frane e 8.312 quelle che sono potenzialmente a rischio alluvione. Il Progetto Iffi (Inventario dei fenomeni franosi in Italia), realizzato dall’Ispra e dalle Regioni e Province Autonome, ha identificato le zone a rischio frana da elevato a molto elevato nella parte sud, zona Sant’Elia, Poggio Perugino, nei pressi di Castelfranco e la zona nord di Lisciano. Secondo la cartografia Pai (piano assetto idrogeologico) le zone a rischio idraulico, cioè quelle che coinvolgono maggiormente infrastrutture e persone, sono le aree di Città Giardino, Molino della Salce, Borgo, zona annonaria e la parte sud di Piazza Tevere, mentre le zone a rischio alluvione sono per la maggior parte nella Piana Reatina e nelle zone limitrofe delle acque del Velino, Salto e Turano.
A proposito di emergenza maltempo in Emilia Romagna, anche se l’acqua e il fango si stanno ritirando, continua l’allerta meteo e Amatrice, che di tragedie ne sa qualcosa, ha inviato la prima squadra di sei volontari, direzione Cesena, per soccorrere la popolazione in difficoltà, ricambiando la solidarietà che l’Emilia Romagna e tutta Italia ha dimostrato in occasione del sisma del 2016.
Foto: (archivio) Gianluca VANNICELLI ©