Dieci anni senza Pietro Mennea. Quando a Rieti fu record dei 300 metri

(ch.di.) A dieci anni dalla scomparsa, l’Italia e il mondo dell’atletica ricordano Pietro Mennea, la Freccia del Sud. Quando morì, il 21 marzo 2013, Rieti pianse. Lo fece per il legame che la città aveva con il velocista, recordman dei 100 metri e 200 metri azzurri, almeno fino all’arrivo di Filippo Tortu e Marcell Jacobs per quel che concerne la gara regina.

Un legame segnato anche da una data: 21 luglio 1979, quando il pugliese (a cui oggi è intitolato lo stadio dei Marmi di Roma in cui stamattina c’è stata una cerimonia in suo onore) fece registrare al Guidobaldi un 32.23 sui 300 metri. Una distanza “spuria” ma non per questo meno importante. A quel tempo si trattava della migliore prestazione mondiale sulla distanza ibrida. Come termine di paragone oggi il limite è detenuto con 30.81 dal sudafricano Wayde Van Niekerk (Ostrava 2017) e quello italiano con 32.01 ottenuto da Matteo Galvan sulla stessa pista il 7 settembre 2014.

Forte il legame di Pietro Mennea con Sandro Giovannelli, che lo volle nella sua Alco Rieti. In occasione di un compleanno (leggi), la Studentesca celebrò proprio la ricorrenza con uno scatto di Sandro Giovannelli e Pietro Mennea.

Foto: RietiLife ©

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