Ance Rieti, su delega e d’intesa con le associazioni provinciali di Agci Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Claai, Cna Costruzioni, Confapi Aniem, Confcooperative Lavoro e Servizi, Fiae Casartigiani, Legacoop Produzione & Servizi, Rete Professioni Tecniche, Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, chiede un incontro al prefetto di Rieti e ai rappresentanti delle istituzioni locali per sensibilizzare sulla gravità delle conseguenze per il territorio dovute alla mancata soluzione del problema dei crediti incagliati e allo stop a cessione credito e sconto in fattura. Problemi molto seri con notevoli ripercussioni su imprese, professionisti e famiglie. Questa può essere inoltre una preziosa occasione per un confronto sull’importanza di una politica a sostegno dell’efficientamento energetico e sismico del patrimonio immobiliare reatino e per far comprendere il reale e positivo effetto dei bonus edilizi su ambiente, consumi energetici e PIL.
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio 2023 interrompe la cessione del credito e lo sconto in fattura e non risolve la questione dei crediti incagliati legati ai bonus. Secondo le stime del Governo, si tratta di 19 miliardi di euro già maturati, che se non pagati mettono a rischio in tutta Italia 90.000 cantieri di ristrutturazione. “Sottovalutare questa situazione – commenta Roberto Bocchi, presidente di Ance Rieti – rischia di condannare il paese a una brusca frenata, con danni enormi per imprese, lavoratori e famiglie. L’impossibilità di cedere i bonus sul mercato determina infatti una carenza di liquidità in tutta filiera delle costruzioni, che potrebbe portare a fallimenti e alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Di conseguenza anche il nostro territorio avrà ripercussioni negative, se il Governo non prenderà tempestivamente le necessarie misure di sblocco dei crediti incagliati e di sostegno alla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare“.
Secondo Ance, la prima emergenza è lo sblocco dei crediti pregressi, una misura resa ora possibile anche dal Manuale Eurostat del 1° febbraio, secondo cui il pregresso è già interamente conteggiato nel deficit italiano. Per sbloccare tali crediti, l’associazione suggerisce almeno un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza, anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate ma soprattutto consentendo immediatamente agli istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati. Misure che però risultano assenti dal decreto legge.
“Ci aspettiamo che il Governo confermi urgentemente queste misure – prosegue Bocchi – Mentre sul futuro della riqualificazione degli edifici è necessario aprire un confronto per definire gli strumenti fiscali e finanziari idonei a raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei su efficientamento energetico e sostenibilità ambientale. Questo è possibile solo attraverso stabili strumenti di sostegno pubblico a medio e lungo termine per intervenire sul nostro patrimonio edilizio, esposto ad elevati rischi sismici ed idrogeologici. Cessione del credito e sconto in fattura sono indispensabili per riqualificare immobili energivori di famiglie a basso reddito. Incontrare prefetto e istituzioni è infine – conclude – un momento importante per illustrare gli effetti positivi dei bonus, capaci ridurre in modo drastico, se non da annullare, quell’onere reale che graverebbe sul debito pubblico italiano, che tanto preoccupa le autorità nazionali”.
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