“Leggiamo – non senza imbarazzo – la risposta data dal sindaco Sinibaldi ai consiglieri di minoranza e alle famiglie di Poggio Fidoni. La ‘via dell’estrema prudenza’, come detto dal sindaco, parrebbe più quella della polvere da nascondere sotto al tappeto per salvare capre e cavoli. A metà novembre 2022 viene emessa dai tecnici incaricati dal Comune una prima relazione tecnica di verifica statica della scuola L. Di Marzio. Successivamente, nei primi giorni di dicembre, il Comune chiede – agli stessi tecnici – ulteriori indagini strutturali proprio sui solai di copertura i quali erano già stati segnalati come critici. Le valutazioni richieste vengono prodotte e protocollate dagli incaricati in data 29.12.2022 (con tanto di ipotesi preliminare di intervento e costi allegata) per sollecitare un ‘rapido intervento che preveda la rimozione dei solai e la loro successiva ricostruzione'” scrivono in una nota i consiglieri di opposizione Emiliana Avetti, Paolo Bigliocchi, Rosella Volpicelli (PD-Progressisti), Gabriele Bizzoca (T’Immagini), Carlo Ubertini (PSI,Rieti in Salute, Nome Officina Poltica), Simone Petrangeli, Elena Leonardi, Arianna Grillo, Gilberto Aguzzi (Rieti città Futura).
“E poi? E poi il silenzio. Il Comune torna a muoversi il 20 febbraio quando, con una convocazione inviata alla Dirigente Scolastica, chiede un confronto sullo stato della scuola. Qualche giorno dopo, il 28 febbraio, la Dirigente invia una nota in cui richiede un intervento rapido e ‘un urgente e sollecito trasferimento dei bambini e docenti per evitare rischi legati all’incolumità’. E siamo a marzo. Il Dirigente del Comune, con la nota prot. 16227 del 02.03.2023, informa della necessità immediata, secondo quando previsto dalle nuove tecniche di costruzione del 2018, di adottare provvedimenti restrittivi all’uso dell’immobile, rendendo necessario l’emissione di un’ordinanza di sgombero del complesso scolastico Di Marzio. Il 6 marzo la preside dispone lo spostamento dei bambini e del personale scolastico presso altra sede” continua la nota.
“Come si può ben vedere, parlare alla pancia e strumentalizzare la paura non è affatto nelle nostre corde; lo fecero altri dopo il sisma nel 2016, giornate in cui si lavorò giorno e notte per risolvere in tempi brevi tutte le criticità. Furono altri a far entrare nelle scuole i bambini con i caschi antinfortunistica, cavalcando la paura per fini politici. Sono passati 103 giorni dalla prima relazione tecnica. Se l’atto dirigenziale del 2 marzo riteneva necessaria un’ordinanza di sgombero è perché evidentemente quanto contenuto in quella relazione lo imponeva: allora perché non è stato fatto nulla? E perché il Comune non ha, ad oggi, ancora disposto l’ordinanza, lasciando che fosse la Preside a doversi occupare di tutto, compresa la responsabilità di comunicare alle famiglie ed organizzare i servizi? Le famiglie hanno bisogno di risposte: attaccare in maniera scomposta non risolve certo le tante criticità che le stesse devono affrontare per il trasferimento dei propri figli in altro plesso scolastico. Chiediamo dunque ancora una volta la convocazione dell’apposita Commissione” concludono i consiglieri.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©