La parola che accende i pensieri è scintilla rivoluzionaria. Ma come fare quando termini ed espressioni vengono abusati, logorati e perdono di significato? È necessario ripristinarne il peso, ridisegnare una mappa di significazione scivolata via. Soprattutto quando quelle in gioco sono tematiche sociali. Ecco che in un quadro complesso diventano fondamentali eventi come quello organizzato dal Circolo dei Lettori del Rosatelli il 17 febbraio. Ospite dell’incontro Maria Lovito, che nei suoi due libri La gabbia di Anna e Figlio Unico affronta temi difficili eppure troppo comuni e urgenti per essere taciuti. La soluzione è parlarne – ma con le parole giuste. E così alunni e alunne hanno avuto modo di dialogare con l’autrice riguardo a patriarcato, violenza, umiliazione, pregiudizi, diversità. Lovito è riuscita a comunicare con grazia e intensità le questioni che affronta quotidianamente nel suo lavoro di avvocatessa, ottenendo l’attenzione dell’ampia platea di giovani. Questi, condividendo i suoi sconforti e le sue speranze, hanno lavorato insieme per trasformare l’incontro in un contenitore di riflessioni, con lo scopo di abbattere finalmente narrazioni tossiche troppo frequenti.
Degno di nota è poi l’appello di Lovito a denunciare ogni situazione di violenza vissuta in prima persona o di cui si è testimoni, così da poter rompere le gabbie in cui vivono le vittime. In un’epoca dominata dalla velocità, fermarsi a riflettere è un atto dolcemente sovversivo. È prerogativa dei cuori audaci, motori di un vivo dinamismo intellettuale. E l’unica cosa che resta da fare è ringraziarli uno ad uno – Autrice, preside, professoresse, ragazze e ragazzi del Circolo e tutti i presenti – ringraziare i loro cuori, che si sono illuminati insieme a costruire ponti, i ponti di una famiglia che cresce. (Daniele Camagna)
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