Addio al pittore Baldo Savonari: il suo atelier a Fara Sabina

È morto questa mattina presso l’Ospedale di Rieti, dove era ricoverato da qualche giorno, il pittore Baldo Savonari (al secolo Baldàssare Savona) all’età di anni 80, compiuti e festeggiati con la moglie Caterina Piro, figli ed amici il 16 ottobre scorso. Viveva a Fara Sabina dall’inizio degli ani ’80, (attualmente in via Benedetto Croce loc. Prime Case) scelta come sua residenza dopo una avventurosa vita artistica durata 40 anni. Nel granaio dell’Abbazia di Farfa fondò il Terzofuturismo, movimento artistico che, rifacendosi al rinascimento, rivendicava libertà di espressione soprattutto dalle regole imposte dal commercio dell’arte.

Rifiutò qualsiasi mercanteggio con critici, editori e gallerie. Volle essere sempre indipendente, pittore alla vecchia maniera dipendente solo dalla committenza privata che lo apprezzava. Ho avuto il piacere e l’onore di aver goduto della sua amicizia e di aver collaborato con lui per alcune mostre del Terzofuturismo, movimento culturale del quale ho fatto parte. La prima quella di Erice, città natale del pittore, che lanciò il movimento, ultima quella al CAOS di Terni, che ha rappresentato una sorta di summa delle opere del Terzofuturismo. La sua opera più famosa l’Omaggio a Paolo Uccello che fu esposta a Palermo, Milano, Stoccolma, San Marino dopo la prima avvenuta ad Erice, e l’omaggio allo scultore Claudio Capotondi, con il quale era in grande amicizia personale, successivo e presente in tutte le mostre susseguite alla sua realizzazione.

L’intero ciclo del Terzofuturismo è descritto nel libro che contiene il mio racconto dell’esperienza vissuta con Baldo Savonari: “Fin dall’inizio….mecenate per caso” ed il saggio dello storico e critico d’arte Domenico Cialfi: “Baldo Savonari e il Terzofuturismo” e nel catalogo della mostra al CAOS di Terni, reperibili entrambi presso le biblioteche pubbliche e che possono essere anche richiesti al sottoscritto. Fu anche autore di libri nei quali Savonari condensa il suo stile di vita, le sue scelte, l’essenza della sua cultura, il modo di rapportarsi con il resto del mondo, la natura della sua arte. Li scrive in prosa, in versi, in aforismi e battute salaci e con uno stile intonato al suo modo di essere artista. I titoli: Rapido per la pazzia, Astratti furori, Giovane è la notte. Con la sua morte la Sabina perde una presenza culturale che non sarà facile sostituire.

Foto: Paris ©

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