(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Lo strazio, i titoli dei tg, il dramma. Tutto sovrapponibile: il terremoto che ha colpito tra domenica e lunedì il sud est della Turchia, al confine con la Siria, riporta la mente degli italiani al 2016, al terremoto di Amatrice. Lì le vittime furono 300 e i danni ingenti. In Turchia si temono 10mila morti mentre si scava ancora. Un terremoto fortissimo, di magnitudo 7.8, “mille volte più forte rispetto a quello che nel 2016 ha colpito Amatrice” ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. Considerando la magnitudo 5.9 del terremoto di Amatrice, “in termini di energia liberata, quello avvenuto in Turchia è stato di quasi mille volte superiore.
Questo perché la magnitudo viene calcolata secondo una scala nella quale, fra un valore e l’altro, c’è una differenza di energia liberata di circa 30 volte. Si tratta di una scala logaritmica, nella quale all’aumento di ogni grado corrisponde l’aumento di un fattore 30”. Attiva la macchina degli aiuti che coinvolge anche l’Italia: nella tarda mattinata di ieri in Turchia una squadra di 60 persone è atterrata ad Incirk grazie a un C130 dell’Aeronautica Militare, partito da Pisa con scalo a Pratica di Mare. Il team è composto da 50 Vigili del Fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio. Personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie, che ha operato nelle analoghe emergenze in Italia e all’estero, tra cui Amatrice, Rigopiano, Ponte Morandi. Nel gruppo, 11 sanitari e 6 unità del Dipartimento della Protezione civile. Tutti porteranno le loro conoscenze ed esperienze, insieme a macchinari e attrezzature. Tra i primi a manifestarsi vicini ai turchi, sono stati gli amatriciani: “Siamo vicini alla popolazione turca colpita nella notte da un devastante terremoto. Un disastro immane, una tragedia incommensurabile. In questo momento così doloroso i nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime e alle persone ferite. Chi meglio di noi può comprendere un dolore simile. Siate forti”.
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