Il vescovo più giovane d’Italia ha scelto come seconda tappa del suo viaggio Amatrice, simbolo del dolore, ma anche di una resistenza orgogliosa, tenace e della volontà di riscatto. Ieri, nella cattedrale di Rieti, la cerimonia di insediamento di Mons. Vito Piccinonna, alla quale hanno partecipato tra le autorità istituzionali, anche i sindaci del Cratere. Oggi la santa Messa presso l’Auditorium della Laga nella nostra città. Caldo e commosso l’abbraccio della popolazione. Segno di speranza e di futuro. Funzione religiosa preceduta dall’omaggio che il vescovo ha voluto tributare alle vittime del sisma del 2016, deponendo una corona di fiori al monumento dedicato a loro.
Toccanti e significative le parole pronunciate oggi e durante l’omelia: “E’ la Croce che mi porta, vengo in punta di piedi in mezzo a voi. Mi sento ormai vostro concittadino, col desiderio di camminare tutti quanti insieme sulla strada del Vangelo. Le vittime del terremoto sono i miei fratelli, le mie sorelle, le mie figlie, i miei figli, i miei nonni, le mie nonne. Questa terra deve restare benedetta dal Signore”.
E per suggellare l’unione tra la sua missione e la nostra terra ha voluto realizzare sul calice un segno particolare: collocarvi una pietra di Amatrice, una di Accumoli e il legno d’ulivo della sua Puglia.
“È con grande gioia che accogliamo il nuovo vescovo – ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi – certi che continuerà il percorso accogliente e solidale che ha caratterizzato l’azione pastorale di Monsignor Domenico Pompili. La nostra comunità ha bisogno di essere accompagnata e rappresentata da figure alte di riferimento, esempio tangibile per noi di coraggio e conforto. Ho sentito da lei tanti grazie, ma siamo noi che la ringraziamo”. Al termine della funzione il vescovo si è incontrato anche con alcuni parenti delle vittime del sisma.
Foto: Comune Amatrice ©