La lezione di coraggio di Adalberto Festuccia. Sabato alle 11 i funerali a Sant’Agostino

(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) “Ora sei libero”. Se ne conta più di uno di messaggi di cordoglio di questo tipo per la morte di Adalberto Festuccia, morto ieri a 71 anni. I funerali si svolgeranno domani alle 11 a Sant’Agostino. Uomo di riferimento della sinistra reatina, dirigente Asl (per due mandati direttore amministrativo a Rieti), Festuccia era malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), patologia che agisce sul sistema nervoso portando il paziente in pochi anni a una paralisi totale che rende possibile l’alimentazione solo in maniera artificiale e impossibile l’uso della parola, ma che non intacca minimamente le facoltà intellettive del paziente. Festuccia comunicava con la tavola di Entran e con un computer; proprio grazie a questi mezzi era riuscito a rilasciare, a fine febbraio 2020, un’intervista a RietiLife e al direttore Emiliano Grillotti (leggi l’editoriale).

A La Rana nel Pozzo (riproposta ieri sera su Facebook, Instagram e RietiLife.com), Festuccia parlò di sanità, di calcio, di politica, della sua malattia, persino di fine vita ed eutanasia. “La Sla – disse due anni fa a RietiLife – mi ha confinato in un letto, tolto la voce, il normale cibo e reso dipendente dagli altri. Per fortuna la tecnologia mi aiuta a mantenere le relazioni. Una malattia terribile, che porta inesorabilmente alla morte. Io ho scelto di vivere – aggiunse parlando di fine vita, tema accostato a chi subisce la sua condizione – per vivere la quotidianità con la famiglia e gli operatori che si occupano di me. Ma ho un approccio laico: ognuno è libero di autodeterminarsi. Dico a chi fa ricerca: fate presto e impegnatevi al massimo perché nessuno ancora subisca la mia sorte”. Una lezione in piena regola, recitata da una voce elettronica ma dettata con gli occhi e il cuore. Cuore, quello di Festuccia, che batteva per la famiglia, per la moglie Mirella Galluzzi e i figli Gabriele e Matteo; batteva per la Juventus e per la politica. In quel caso bruciava.

Un’esperienza quasi 50ennale dietro alla sinistra: “A partire dal Pci” e ricordava fiero. Pds (segretario reatino nel 1944), Ds, Ulivo, Pd: le stagioni dei democratici le aveva viste tutte. E in città da protagonista, “interprete di primo piano di diverse stagioni politiche cittadine, uomo di cultura e autorevole dirigente della ASL reatina, è stato assessore negli anni 80, ripetutamente consigliere comunale fino ai primi anni 2000 e candidato Sindaco nel 1998” ricorda il Comune di Rieti. “Il nostro ricordo di Adalberto sarà sempre accompagnato dall’esempio e dagli insegnamenti che ci ha lasciato sempre improntati alla lealtà, al rigore e indirizzati nella ricerca del bene comune” scrive il Pd. Sfidò Cicchetti a cui “riconosco impegno e rigore morale” disse Festuccia. Festuccia era ricovera in ospedale per alcune complicanze. Ieri mattina il decesso.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email