Industrie boschive: la rivolta degli operatori forestali. Confartigianato e Copagri scrivono al Ministero dell’Agricoltura

Il 31 dicembre 2022 scade il termine per iscriversi al Registro nazionale degli operatori che commercializzano legno e prodotti derivati, istituito secondo le modalità stabilite dal Decreto Interministeriale 9 febbraio 2021, ai sensi dell’European Timber Regulation (EUTRI), il cosiddetto “Regolamento Legno”, per il contrasto al commercio illegale di questo materiale.

Tante imprese forestali saranno impossibilitate ad adempiere a tale obbligo in quanto non potranno partecipare ai corsi per ottenere l’attestato di qualifica di “Operatore forestale”, titolo indispensabile per potersi iscrivere al Registro di cui sopra.

Va ricordato che in provincia di Rieti solo l’ente di formazione di Confartigianato Imprese Rieti, il CTS Academy, è stato autorizzato da qualche giorno dalla Regione Lazio a organizzare tali corsi, peraltro della durata di 250 ore, in un periodo dell’anno in cui le imprese lavorano a pieno regime vista la stagionalità della lavorazione.

La Regione Lazio peraltro non aveva dato corso, così come non lo ha ancora fatto, all’istituzione dell’Albo regionale che avrebbe di fatto semplificato il percorso per l’iscrizione al Registro. Di fronte ad una situazione di tale gravità Confartigianato Imprese Rieti e Copagri Lazio hanno inviato una lettera all’Assessore Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale, affinché il Ministero conceda una proroga di almeno sei mesi, fino al 30 luglio 2023, per dare a tutti la possibilità di regolarizzare la propria posizione.

Nel frattempo oltre 100 imprenditori si sono iscritti per frequentare il corso di “Operatore forestale” e CTS Academy farà partire sei corsi già dalla prossima settimana.

“Riceviamo decine di chiamate ogni giorno, afferma Guido Colasanti Presidente di Copagri Lazio, una situazione assurda che sta complicando la vita a centinaia di operatori della nostra provincia. La difficile situazione economica ha comportato la chiusura di tantissime aziende e non vorremmo che un settore vitale come quello delle industrie boschive vada incontro alla stessa sorte. Purtroppo dobbiamo riscontrare l’assenza delle istituzioni che invece di cautelare una platea di operatori così importanti per il nostro territorio, si preoccupa di organizzare pseudo servizi per richiedere ancora sacrifici per adempiere ad una Legge iniqua che non fa distinzione tra operatori storici e chi deve anche avviare un’attività.”

“Stiamo facendo il possibile, ribadisce Maurizio Aluffi Direttore di Confartigianato Imprese Rieti, per prevenire il rischio di mettere a repentaglio la coesione sociale. Non dimentichiamo che la nostra provincia, per il 75% boscata e con 62 comuni considerati montani e periferici, dà lavoro a circa 500 imprenditori e lavoratori solo nel settore del taglio boschi e della prima lavorazione del legno. Faremo di tutti per salvaguardare quello che noi consideriamo un patrimonio economico ed occupazionale”.

Confartigianato Imprese Rieti e Copagri non escludono manifestazione di protesta per richiamare l’attenzione su un problema di vitale importanza per la sopravvivenza delle imprese.

Foto: RietiLife ©

 

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