(di Christian Diociaiuti) “Rimettere al centro il lavoro a tempo indeterminato e il lavoratore”. Luigi D’Antonio, segretario Fiom Cgil per il Lazio e per Rieti, intervistato da Emiliano Grillotti ne “La Rana nel Pozzo” fissa gli obiettivi dei sindacati e non solo. Tratteggia anche l’impegno della politica. Sindacalista dalla lunga esperienza, D’Antonio è alle prese con le vertenze del Reatino. Non ultima quella Reset, una delle poche che sembra avere uno spiraglio positivo.
Dopo giorni difficili, un vertice in Prefettura ha portato l’azienda a pagare le prime spettanze a 70 lavoratori, a secco da luglio. Una prima trance a inizio novembre, il resto (per tornare alla normalità) nelle scorse ore: “Apprendiamo positivamente del pagamento degli stipendi del mese di ottobre da parte della Reset – dicono in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil, con Claudio Coltella, Luigi D’Antonio, Paolo Bianchetti, Vincenzo Tiberti, Alberto Paolucci e Federico Ostili- e quindi del rispetto degli impegni presi nel tavolo convocato dal Prefetto alla presenza di tutte le Istituzioni. Auspichiamo che questo sia un primo segnale per uscire dalla crisi maturata in questi ultimi mesi. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori della Reset spa si impegneranno nei prossimi giorni per riprendere il necessario confronto per provare a restituire a tutti fiducia nel futuro”.
Fiducia che i sindacati devono trovare ogni giorno nelle lotte per le varie vertenze e difficoltà, di un mondo del lavoro “che conta anche 40 diversi tipi di contratti – spiega D’Antonio – io sono uno di quelli che dice sempre che gli manca la Cassa del Mezzogiorno. Non per gli incentivi a pioggia, ma come strumento a sostegno del territorio. Rieti è una delle prime aree di crisi complessa d’Italia. Si è arrivati tardi, ma si è arrivati”. D’Antonio si è detto preoccupato anche del dato, rilanciato da RietiLife, dei 4700 giovani reatini che non studiano e non lavorano: “Non si può sdire che non hanno voglia – aggiunge – è complicato per loro questo momento. E noi abbiamo perso il contatto. La politica questo dovrebbe fare: ritrovare contatto coi giovani”.
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