(ch.di.) C’era anche Tamara Nobili, moglie di Valerio Cipriani (leggi), oggi pomeriggio in Questura Rieti. Come il compagno è entrata da un ingresso secondario di Largo Graziosi. “Non è stata sentita perché non c’era necessità, come per Valerio – dice l’avvocato Domenico Orsini, chiarendo che i due si sono sottoposti alla rilevazione del dna e delle impronte – ma se dovesse essere necessario sono assolutamente a disposizione entrambi. Viene rilevato il loro dna e le loro impronte perché vanno acquisiti tutti i dati necessari di chi frequenta i luoghi del caso” aggiunge Orsini.
“Valerio e Tamara erano serenissimi – dice l’avvocato Luca Conti – no, non hanno sospetti, non formulano ipotesi diverse dalle nostre. E Valerio non è riuscito ad andare sul luogo del ritrovamento dell’auto della zia. Era affezionatissimo alla 77enne e per lui non è stato emotivamente sostenibile”.
In Questura si è presentato anche Bruno Cicolani, l’uomo che a fine settembre, mentre cercava funghi ha ritrovato l’auto di Silvia Cipriani (leggi). Anche per lui, evidentemente, gli stessi rilievi per il caso. “Mi hanno chiamato dalla Questura per le impronte. Io forse fuori potrei aver toccato l’auto fuori ma dentro no. L’ha aperta il mio meccanico. Dentro abbiamo trovato la cartella clinica con il nome della signora. Sì, credo che l’auto fosse nascosta, l’impressione è quella” dice Cicolani alla Rai.
Per la criminologa Roberta Bruzzone, con questi rilievi “ci sono evidenze che sia stato trovato qualcosa di importante nell’auto” dice a La Vita in Diretta.
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