Venerdì, all’Auditorium della Laga di Amatrice, la città e le sue frazioni, strette in un unico abbraccio, hanno voluto tributare al vescovo di Rieti, Domenico Pompili, l’ultimo, commosso saluto, per un’amicizia, un legame strettissimo, durati 7 anni. Pompili si trasferisce a Verona dal 1° ottobre. Alla presenza di un numeroso pubblico è stata celebrata prima la Santa Messa, poi le varie testimonianze dei cittadini che lo hanno conosciuto, frequentato, amato. Presenti il sindaco della città Giorgio Cortellesi, il Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il consigliere regionale Sergio Pirozzi, il vice sindaco Roberto Serafini e l’amministrazione comunale.
Proiettato un video che ha ricordato l’azione solidale sul territorio del vescovo, le sue parole di conforto nei momenti più difficili, le sue ricette per la ricostruzione, il suo insegnamento e anche gli appelli a una classe politica non sempre attenta alle problematiche di una terra che ha tanto sofferto.
Durante la festa, il sindaco Cortellesi, ringraziando il vescovo, come primo cittadino, ha letto una lettera a nome della comunità: “Eccellenza, non ci sono parole sufficienti per spiegare un legame così profondo come il nostro: quello che ha contraddistinto il rapporto di tanti anni, tra Lei e la nostra comunità. E non ci sono parole per esternare un dolore come quello che stiamo provando ora, e quello che abbiamo provato, fin da quando abbiamo appreso la notizia che Lei ci avrebbe lasciati. Ma nonostante tutto oggi Le facciamo festa. E andremo avanti nel solco di quanto Lei ci ha insegnato con le parole, i fatti, con la sua presenza solidale, con i suoi abbracci calorosi e sinceri.
Cercheremo di andare avanti con la forza e la fierezza che ci ha fatto resistere in questa terra devastata dal terremoto. E cercheremo di andare avanti con la speranza e la certezza che prima o poi, la nostra città ripartirà, soprattutto se il bene comune, l’impegno di ognuno, secondo le proprie competenze e possibilità, saranno veramente le nostre priorità etiche, morali, culturali. La ricostruzione, infatti, lo abbiamo sempre condiviso, oltre che fisica deve essere sociale. E’ quello che fa grande una comunità che ha un glorioso passato, ma che vuole avere un grande futuro. Lei per noi è stato un padre, un amico, un fratello. E per questo Le siamo e Le saremo eternamente riconoscenti. E’ sempre venuto a trovarci e ha partecipato a ogni appuntamento qui ad Amatrice e alle sue Frazioni. Dividendo con noi la gioia e il dolore.
Per Lei anche una piccola occasione era, come deve essere nella vita, importante, degna di essere valorizzata. E il suo sorriso sarà il viatico per risorgere. Vogliamo ringraziarLa per tutto quello che ha fatto per noi, per le nostre famiglie, per i nostri figli. Lei è stato un padre, un amico, un fratello, una guida. E continuerà ad esserlo per sempre. Nell’augurarLe buon lavoro per la missione che l’attende, Le chiediamo di non dimenticarci, di portarci sempre nel suo cuore. Come faremo noi”.
Un ringraziamento ai bambini di Amatrice, alla Banda Città dell’Amatrice, al Coro Di Amatrice Maria Teresa Carloni, al Coro di Accumoli, alle Forze dell’Ordine e alla Croce Rossa di Amatrice.
Foto: Comune Amatrice ©