In occasione della Giornata mondiale del Cuore, che si celebra il 29 settembre, la Asl di Rieti in collaborazione con Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, organizza dal 26 settembre al 2 ottobre l’(H)Open Week dedicato alle malattie cardiovascolari con l’obiettivo di promuovere l’informazione, la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari.
Dal 26 al 30 settembre l’Unità di Cardiologia del presidio ospedaliero di Rieti effettuerà delle consulenze specialistiche telefoniche orientative da parte dei cardiologi su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco, patologie valvolari, scompenso cardiaco. Le consulenze/colloqui telefonici saranno eseguiti nei giorni indicati, chiamando lo 0746/278092: orari dei colloqui – dalle ore 12:00 alle ore 14:00.
L’Unità di Cardiologia effettuerà inoltre elettrocardiogrammi in libero accesso (senza prenotazione) presso l’ambulatorio cardiologico del Consultorio di via del Terminillo, 42 (blocco 5), il giorno 27 settembre dalle ore 15:00 alle ore 18:00 e il giorno 28 settembre dalle ore 16:00 alle ore 19:00.
I professionisti dell’Unità operativa di Medicina dello Sport saranno a disposizione dei cittadini il giorno 28 settembre presso la sede del Distretto Rieti 1 di via delle Ortensie (piano 3) per attività di counseling in presenza sull’importanza dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (infarto cardiaco, patologie valvolari, scompenso cardiaco).
Il 30 settembre, personale aziendale formato da fisioterapisti, dietologi, cardiologi, medico dello sport e psicologi, incontreranno gli studenti del Liceo Scientifico C. Jucci per parlare di prevenzione delle malattie cardiovascolari sensibilizzando i ragazzi a sani stili di vita.
“Obiettivo di questa iniziativa – spiegano dalla Direzione Aziendale Asl Rieti – è sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e della diagnosi precoce e aiutare a sfatare l’errata convinzione che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, con la grande maggioranza delle donne che ha una percezione molto bassa dei pericoli correlati a queste patologie”.
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