Buoni pasto, Confcommercio: “Lo sciopero ha avuto effetto. Ora ci saranno riforme”

Riccardo Guerci, vicepresidente Nazionale Fida-Confcommercio: “Le nostre imprese costrette a pagare una ‘tassa’ che poteva arrivare anche a commissioni superiori addirittura al 21%. Ora con la conversione in Legge del ‘DL Aiuti’ viene finalmente posto il tetto del 5% alle commissioni a carico degli esercenti (bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati, ipermercati) riguardo le gare di acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici”.

Il buono pasto, che da sempre rappresenta un efficace strumento di welfare integrativo era ormai diventato, per costi e commissioni a carico degli esercenti, economicamente insostenibile a causa del meccanismo di gara e il criterio del massimo ribasso che riversano sull’ultimo anello della filiera tutti gli oneri. “I nostri ripetuti appelli – continua Guerci – e lo sciopero del 15 giugno proclamato da tutte le categorie del commercio e della ristorazione hanno, dunque, sortito i primi effetti. Abbiamo raggiunto, con tutte le organizzazioni di settore congiunte, un primo importante risultato rispondendo così al disagio di numerose imprese che da questo momento potranno continuare ad assicurare un servizio alla propria clientela, senza, tuttavia, essere tassati ingiustamente”.

Il primo banco di prova sarà, dunque, la gara Consip, che vale circa 1,25 miliardi di euro, durante la quale sarà valutata l’efficacia delle nuove regole. “C’è da ricordare – dice Guerci –  che il tetto del 5% sulle commissioni si applicherà solo sui buoni pasto del settore pubblico; altro obiettivo sarà proprio quello di avere una riforma strutturale del sistema dei buoni pasto che intervenga anche sulle gare private (che valgono due terzi del mercato). La nostra organizzazione continuerà, in vista della prossima Legge di Bilancio, l’interlocuzione con il MEF proseguendo il lavoro di regolamentazione e di riforma”. I vantaggi del buono pasto per il datore di lavoro e per il lavoratore impongono una regolazione che salvaguardi il valore reale del buono pasto da quando viene acquistato a quando viene speso ponendo fine –quindi – ad una situazione che mette a rischio l’esistenza di uno strumento così efficace ed utile.

Foto: RietiLife ©

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