“Al via subito gli abbattimenti in zona bianca per preservare gli allevamenti suinicoli. A rischio 50 mila maiali allevati nel Lazio. Un danno enorme per le aziende, che in questi casi sono costretti ad abbattere anche i capi sani, oltre a quelli risultati infetti. Servono subito indennizzi per le imprese del settore colpite”. Lo dichiara il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, a seguito dei 2 casi di peste suina individuati in un piccolo allevamento della zona perimetrata “rossa”.
La peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. ?
“E’ necessaria – sottolinea Granieri – l’introduzione di misure di sostegno per il settore suinicolo al fine di tutelare il reddito degli allevatori ma anche intervenire per un deciso contenimento della popolazione dei cinghiali che rappresentano il vettore di trasmissione della malattia”.
Per questo – continua la Coldiretti – è necessario intervenire con la modifica immediata dell’art. 19 della legge 157/1992 semplificando le procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento delle competenze dell’ufficio commissariale previsto dal Decreto Legge 17 febbraio 2022, n. 9.
“Il rischio – conclude Granieri – è che l’emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree ad elevata vocazione produttiva con il conseguente pregiudizio economico, che potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l’occupazione in un settore strategico del made in ltaly”. Il giro d’affari della filiera suinicola stimato nel Lazio è di oltre un milione di euro solo nel Lazio.