In occasione dei sei anni dalla scomparsa di Andrea Milardi, lo ricordiamo con le parole scritte lo scorso anno. Recentemente la città ha assegnato a Milardi la cittadinanza BENEMERITA che deve essere ancora consegnata (leggi).
(r.l.) “Da domani Rieti non sarà più la stessa”: così RietiLife annunciò, il 24 marzo 2016, la morte di Andrea Milardi, papà dell’atletica reatina e della Studentesca che oggi porta il suo nome, scomparso all’età di 70 anni. Un omaggio a un uomo straordinario, non solo nello sport, che ha saputo crescere generazioni di atlete e atleti vincenti e di dare la scintilla a un sistema sportivo che è tuttora una vera eccellenza inarrivabile.
Una coltivazione “dal basso”, dai giovani, dalla scuola, che dà quotidianamente i suoi frutti e che la sua famiglia – la moglie Cecilia, e i figli Chiara, Vittoria e Alberto – porta avanti, sublimandola nel rossoblù della Studentesca e negli innumerevoli successi sportivi (e sociali) a tutti i livelli. Una ricchezza per la città.
La morte di Andrea Milardi sconvolse lo sport e l’atletica nazionale. E tuttora lascia il segno. Passando davanti alla sua gigantografia la campo non si può restare indifferenti alla sua storia, al suo impegno, al suo modo di essere. RietiLife, dalla sua scomparsa e in accordo con la famiglia, ha istituito un premio che porta il suo nome e che annualmente viene consegnato allo Sportivo dell’Anno votato dai lettori su una platea di 5 sportivi scelti da RietiLife e dalla stessa famiglia Milardi.
Oggi la società che per anni ha egli stesso portato in giro per l’Italia, lo ricorda con un post social semplice ed emozionante, che proponiamo sotto. Andrea Milardi resta “Il boss” di tutti coloro che hanno fatto atletica, e di tutta la città. Che da quel 24 marzo no, non è più la stessa.
Foto: ASAM ©