Sono 1.330 le entrate programmate dalle imprese nel mese di febbraio nell’Alto Lazio, di cui 760 nella Tuscia (25,7% nell’industria e 74,3% nei servizi) e 570 nel Reatino (51,7% nell’industria e 48,3% nei servizi). Previsioni che salgono a 2.650 nel Viterbese e a 1.720 in provincia di Rieti se si guarda all’intero trimestre febbraio-aprile 2022.
Questo lo scenario delineato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive per il lavoro) in collaborazione le Camere di Commercio italiane tra cui quella di Rieti Viterbo, che evidenzia un generale rallentamento nella domanda di lavoro (a gennaio nel Viterbese erano previste 1.240 assunzioni e in provincia di Rieti 720) a causa delle prospettive poco incoraggianti legate ai rialzi dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Criticità che si aggiungono alla persistente difficoltà, in alcuni ambiti, a reperire manodopera da parte delle imprese.
Dati comunque in marcato aumento grazie alla riapertura di tutte le attività economiche rispetto a febbraio 2021, quando erano in vigore più ampie restrizioni per il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale era ancora agli esordi.
Gli inserimenti di personale previsti riguardano impiegati, professioni commerciali e nei servizi nel 41,1% dei casi in provincia di Viterbo e nel 28,7% nel Reatino, mentre il rapporto tra i due territori si ribalta per quanto riguarda la ricerca di operai specializzati, conduttori di impianti e macchine, che rappresentano il 45,6% delle assunzioni in provincia di Rieti e il 31,8% di quelle programmate nella Tuscia. Le imprese dell’Alto Lazio ricercano anche dirigenti, professioni specializzate e tecnici, in una percentuale che va dal 13,4% registrato nel Viterbese al 14,7% del Reatino. Infine, una quota di assunzioni riguarda anche professioni non qualificate: si tratta del 13,7% delle ricerche di personale previste dalle imprese viterbesi e dell’11% di quelle delle aziende reatine.
A livello nazionale (317.590 assunzioni previste a febbraio 2022), l’industria ha in programma di attivare 110mila contratti, di cui 36mila nelle costruzioni. Per il manifatturiero, che prevede complessivamente 74mila entrate, sono alla ricerca di personale soprattutto le imprese della meccatronica con 20mila entrate e quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che prevedono 17mila entrate, anche se crescono le difficoltà per la filiera dell’automotive che sta affrontando la carenza di materie prime per la componentistica e le sfide della transizione energetica. Più contenute le previsioni delle industrie dei beni di consumo: il sistema moda e le altre manifatturiere con rispettivamente 6mila e 5mila entrate.
A trainare la domanda di lavoro del terziario, che nel complesso prevede oltre 207mila contratti, è il turismo che tiene rispetto a gennaio (+400 unità) e incrementa le entrate rispetto a un anno fa (+32mila entrate) quando i flussi turistici a causa dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni agli spostamenti erano molto più contenuti. Seguono i servizi alle persone con 38mila entrate, il commercio (35mila) e i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (25mila).
I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con 167mila unità, pari al 52,7% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (72mila unità, 22,6%), quelli in somministrazione (31mila, circa il 10%), gli altri contratti non alle dipendenze (poco meno di 20mila, 6,2%); l’apprendistato è offerto a 13mila posizioni pari al 4,3%.
Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che riguarda oltre il 40% delle entrate programmate, in aumento di un ulteriore punto percentuale rispetto a gennaio. La mancanza di candidati è la causa principale del mismatch (22,9%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,9%) e da altri motivi (3,5%). A livello settoriale le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo segnalano una maggiore difficoltà a reperire il personale ricercato pari al 54,6%, seguite dalle costruzioni (51,7%) e dalla meccatronica (49,4%); per il comparto terziario si evidenziano informatica e telecomunicazioni e i servizi alle persone con una quota di difficoltà a reperire i profili ricercati pari rispettivamente a 43,8% e 43,3%.
Tra le professioni high skill più difficili da reperire emergono i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,4%), i tecnici della salute (59,6%, i tecnici in campo ingegneristico (59,1%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (55,9%); tra le figure operaie le imprese segnalano le maggiori difficoltà per gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,1%) e per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (64,1%).
Sale a febbraio la domanda delle imprese rivolta ai giovani. In questo mese riguarda circa 85mila contratti, pari al 27% del totale, in crescita di 2 punti percentuali rispetto a gennaio. Cresce anche la difficoltà di reperimento che si attesta, nel complesso, al 43,4% e riguarda in particolare i progettisti, ingegneri e professioni assimilate (63,6%), gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (56,6%) e gli operai nelle attività meccaniche ed elettroniche (55,6%).
A livello territoriale, circa 1/3 delle assunzioni è programmato dalle imprese del Nord Ovest (101mila entrate), seguono le imprese del Sud e Isole con 82mila contratti e le imprese del Nord Est (78mila) e le imprese del Centro (56mila).
Foto: RietiLife ©