La Guardia di Finanza di Rieti, a conclusione di un’articolata attività di Polizia Giudiziaria, ha notificando 11 avvisi di garanzia e di conclusione indagini ai sensi dell’art. 415 bis del Codice di Procedura Penale, emessi dalla Procura della Repubblica di Avezzano nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indiziati di appartenere o essere collegati, a vario titolo, a un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacco lavorato e sigarette. L’attività investigativa, delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rieti e coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano (AQ), avviata a seguito di un accertato smercio illegale di sigarette artigianali sul territorio della provincia di Rieti, consentiva di risalire a un articolato sodalizio criminale, insediato nell’avezzanese e collegato a imprenditori tabacchicoli dislocati in Campania, che distraevano dai canali commerciali aziendali ingenti quantitativi di tabacco, destinandoli ai complici e contrabbandieri avezzanesi per la successiva lavorazione in sigarette e/o in tabacco trinciato da fumo.
Nel corso delle indagini esperite, svolte con il supporto del Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma e con l’ausilio dei Finanzieri della Compagnia di Avezzano (AQ), sono stati sequestrati 1.250kg circa di tabacco grezzo e lavorato, 110.000 filtri per la preparazione di sigarette di contrabbando e svariati macchinari per la lavorazione e il confezionamento del prodotto, rinvenuti all’interno di locali opportunamente adibiti alla lavorazione illecita. I pedinamenti effettuati consentivano di appurare come gli indagati, per spostare i carichi di tabacco, si avvalessero anche di “staffette” per verificare il percorso fosse sgombero dalla presenza di pattuglie delle Forze dell’Ordine. Su una di tali vetture, accertata in un’occasione anche la presenza di un bambino di 6 anni.
Veniva altresì individuata una rete contrabbandieri di rango inferiore, che operavano in sinergia con la individuata associazione, dalla quale acquistavano quantitativi di svariate decine di kg di tabacco già lavorato, nonché macchinette e filtri per la preparazione di sigarette, per ulteriori attività di smercio al ‘minuto’ sul territorio abruzzese, laziale (provincia di Frosinone) e campano (provincia di Napoli). Le indagini hanno consentito di ricostruire che gli indagati, dal 2018 al 2020, avrebbero contrabbandato almeno altre otto tonnellate di tabacco, oltre a quello sottoposto a sequestro, sottraendo complessivamente all’Erario – a titolo di Accisa e IVA – imposte per quasi un milione e mezzo di Euro, attuando una grave concorrenza sleale al settore della rivendita di tabacchi. Tra i 60 ed i 100 euro al chilogrammo, il ricavo ottenuto dalla vendita del tabacco lavorato, con un profitto annuo stimato in non meno 300.000 euro, anche sulla spinta della crisi economica legata alla pandemia Covid-19, che ha spinto numerose persone sul mercato così detto “parallelo” per l’acquisto a prezzi più bassi di sigarette, nel caso di specie non sottoposte a controllo e potenzialmente più dannose per la salute.
La complessiva attività investigativa ha consentito all’A.G. avezzanese di emettere nr. 11 avvisi di garanzia e conclusione indagine nei confronti di altrettanti responsabili, per l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di tabacco lavorato, di matrice nazionale, la cui illecita attività, oltre ad alimentare il fiorente mercato contrabbandiero sui territori di Lazio, Campania e Abruzzo, si estendeva a numerose altre regioni del territorio nazionale dalle quali gli acquirenti ordinavano all’associazione il ‘prodotto’ lavorato già pronto per essere fumato. L’attività delle Fiamme Gialle reatine si inserisce nel più ampio quadro di tutela degli interessi erariali nazionali e dell’Unione Europea, in una fase storica in cui il fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati, e prodotti derivati, vive una recrudescenza per l’elevato costo delle sigarette e la crisi economica in atto, attraendo i gruppi criminali con facili guadagni, in danno, oltre che delle risorse statali destinate alla collettività, anche della salute dei cittadini. Nel rispetto dei diritti degli indagati, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, gli stessi sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza.
Foto: Guardia di Finanza ©