(r.l.) A poco più di un giorno dall’occupazione (con danni) al Rosatelli, la stessa scuola, in una lunga nota della presidente Beatrice Tempesta e del personale, ripercorre la vicenda e fa il bilancio, smentendo anche per larghi tratti quanto affermato da Blocco Studentesco, movimento organizzatore della protesta che a sua volta in un comunicato ha sminuito i danni (leggi).
“In merito ‘all’occupazione’ dell’Istituto di Istruzione Superiore ‘Celestino Rosatelli’ di Rieti, nella notte tra il 16 e il 17 febbraio, la comunità scolastica esprime profonda amarezza, sconcerto e netto dissenso rispetto a un gesto ritenuto inaccettabile, violento ed offensivo – scrive la scuola – Non possiamo consentire né l’interruzione forzata di tutte le attività messe in atto con modalità non democratiche, né l’esposizione dell’edificio scolastico a danni e possibili atti di vandalismo e furti; una situazione che appare tanto più paradossale se le carenze strutturali e gli spazi inadeguati sono proprio fra i motivi per cui si afferma di lottare. Per non parlare del rischio sanitario che la permanenza prolungata nell’edificio scolastico, senza possibilità di garantire il rispetto delle misure anti-Covid, può produrre in un periodo di pandemia, orientamento, iscrizioni e recuperi programmati in questi giorni”.
“La scelta di occupare la scuola può risultare legittima se le proprie idee e rivendicazioni si affidano a un’azione rispettosa di cose e persone e non ad una ‘protesta’ al cui termine ciò che resta da fare, insieme alla conta dei danni, è un lavoro di ricostruzione delle relazioni. Noi comunità scolastica abbiamo sempre compreso e condiviso i disagi, la solitudine, le necessità dei nostri studenti soprattutto in questo periodo di pandemia e, proprio per questo, abbiamo offerto loro la possibilità di incontro e dialogo costruttivo, creando una scuola aperta ai loro bisogni e desideri. Siamo ben consapevoli che alcune delle istanze poste in essere dagli studenti e dalle studentesse sono legittimate dalle carenze dell’edilizia scolastica, dalla trasformazione della scuola (PCTO, esame di Stato), dalla richiesta di aule e laboratori adeguati che noi condividiamo, ma tutto ciò è in conflitto con quanto accaduto. Al dialogo con gli studenti, che riteniamo parte fondante ed essenziale del nostro lavoro, il Rosatelli non ha mai chiuso né chiuderà le porte, ma questo deve avvenire in modo democratico e civile. Pertanto condanniamo in modo netto l’accaduto ritenendolo un atto vandalico e vile” concludono docenti, personale Ata e preside.
Foto: RietiLife ©