“Nel Giorno della Memoria, quando il consesso mondiale si raduna intorno a valori di umanità e si guarda allo specchio rivivendo la propria storia intrisa dei suoi tremendi errori ed orrori, ecco mettersi in risalto, nel piccolo della nostra Rieti, due esempi negativi da istituzioni che dovrebbero interpretare tali valori, ed invece li distorcono. Per rispetto della giornata della Memoria, Nome Officina Politica propone questa riflessione, condita da amarezza e sdegno, il giorno successivo all’accadere dei fatti. Le istituzioni sono il Deputato della Repubblica Gabriele Lorenzoni e l’Amministrazione Comunale”: lo scrive Nome Officina Politica. “Il primo si lancia in una vergognosa comparazione fra Shoah e politiche vaccinali, attraverso un post Facebook con immagine storica ‘adattata’ alla equiparazione aggiungendovi una citazione di Primo Levi; la successiva modifica richiamando un articolo di Amnesty International rende palese che neppure immaginasse che la sua ‘provocazione’ potesse risultare inaccettabile. Molto si è detto, non aggiungiamo altro.
La Amministrazione Comunale, invece, coglie l’occasione del giorno della Memoria per celebrare l’immagine di un giovane Antonio Cicchetti alla inaugurazione del “cimitero multiconfessionale” accompagnata dal testo ‘prevenire il male evita di doverne perpetuare il doloroso ricordo’. Innanzitutto, stona in una giornata in cui si vuole perpetuare il ricordo, parlare di ‘evitare di doverlo perpetuare’. Il messaggio è comunque che la Shoah non sarebbe accaduta applicando una filosofia ‘Cicchetti’ di convivenza, esemplificata con il ‘cimitero interconfessionale’. Questo cimitero ‘interconfessionale’, che fu ed è presentato ancora come ‘novità’, è peraltro quanto esiste da un secolo in tutti i cimiteri comunali dove sono sepolti cittadini di diverse religioni: musulmana e cristiana nel caso di Rieti, non essendo mai stata utilizzata, come prevedibile, la porzione ebraica. Tuttavia l’evento viene spesso riproposto e rivissuto, con fotografie vecchie o nuove alla presenza di esponenti religiosi, a mostrare l’apertura del Sindaco alle altre culture, musulmana in particolare. Una apertura condizionata, però: il Sindaco a novembre scorso ci ribadiva che le genti del mondo debbano avere tutti i diritti, inclusi quelli alla degna sepoltura (che però sarebbe diritto universale), quando ‘si siano adeguate ai costumi ed alle usanze italiane’ (non solo alle leggi). Questa filosofia Cicchetti della “convivenza” viene poi propagandata come dialogo e riconciliazione tra religioni (nel cui ambito speriamo si consentano propri costumi ed usanze, laddove non violino le leggi); pensiamo che ancora ci si riferisca in particolare all’islam, essendosi il cristianesimo già riconciliato con l’ebraismo con il Concilio Vaticano e la visita di Wojtyla in Sinagoga (ed essendo gli ebrei da due millenni integrati nei ‘costumi ed usanze italiane’). In sostanza, il manifesto pubblicato risulta una celebrazione del sindaco e della sua filosofia (sua ma anche della Amministrazione, visto che è essa che pubblica il manifesto). Non si legge nessuna coscienza di cosa abbia portato al crimine assoluto che si ricorda il 27 Gennaio, e per il quale non ci furono né motivazioni religiose né di ‘costumi ed usanze’. Crimine assoluto in cui anche la nostra città ebbe parte attiva. NOME Officina Politica ha già chiesto in altra occasione ‘di memoria’, che questo venisse riconosciuto, in particolare dando onore ai fratellini Gattegno arrestati a Rieti e uccisi ad Auschwitz, e della cui famiglia Primo Levi lasciò una toccante pagina in ‘Se questo è un uomo’.” scrive Nome.
Foto: RietiLife ©