“La Scuola Media Ricci, unitamente alla primaria Cirese, finisce nell’occhio del ciclone. Ciò per l’evenienza che, alla ripresa delle attività didattiche dopo le festività natalizie, l’istituzione non riapra in presenza, a causa del covid e, piuttosto, faccia ricorso alla famigerata Dad. Ma è realmente così? Vi è tale possibilità?”: fa sapere l’istituto comprensivo Ricci in una nota.
>“Ho letto una lettera di alcuni genitori che è stata resa pubblica e, sinceramente, sono io a sentirmi colpita, amareggiata e costernata dalle illazioni contenute in questo documento – dice con sconforto la DS della scuola, Paola Testa – E’ stata mia cura sollecitare in maniera del tutto informale una sorta di referendum tra le famiglie dei nostri studenti per carpirne la volontà ed il parere in merito ad un eventuale, possibile riavvio in Dad delle attività didattiche. Ciò a causa della incipiente diffusione del virus e per le moltissime infezioni che, nonostante la chiusura delle scuole, rileviamo. Sottolineo che non è stata presa decisione alcuna al riguardo e che la mia iniziativa voleva soltanto coinvolgere e monitorare il pensiero dei genitori in merito ad una diffusione del virus che sembra non essere più contenibile. Le attività didattiche non sono ancora riprese, ma abbiamo segnalazioni di moltissimi casi covid in tutte le nostre classi: sia della Cirese che della Ricci”.
“La lettera di questi genitori induce alla riflessione. – dicono dalla Ricci – il Governo ha deciso che le scuole devono riaprire? Si, certamente, ma a precise e sicure condizioni. D’altronde la disputa, nonostante la lunga sospensione delle attività didattiche per le festività natalizie, è piena e totale pure a livello istituzionale in quanto, se il ministro Bianchi opta per una riapertura totale e incondizionata degli istituti, altri componenti del Governo (come pure i sindacati e l’associazione nazionale presidi, ad esempio) sollecitano alla massima prudenza. Lo stesso ministro Bianchi ha dichiarato che, al ricorrere di situazioni di particolare incidenza del contagio, il ricorso alla famigerata Dad non possa essere escluso. Affermare, poi, che i propri figli siano costretti a rinunziare alla loro istruzione per il volere contrario della gran parte dei genitori è davvero fuori luogo: nessuna decisione è stata ancora assunta e non saranno i genitori a farsene carico. I mittenti della lettera, poi, imputano alla scuola (quindi alla DS) ‘inconcludenza e mancanza di lucidità’: un’affermazione forte, gratuita, addirittura lesiva di chi, in tanti anni, si è prodigato per l’insegnamento e che ha consentito all’istituto in questione di raggiungere apici di assoluta eccellenza in tale ambito così delicato della vita sociale” riflettono dalla Ricci.
“L’isolamento al quale, purtroppo, i giovani di questa generazione sono stati condannati nei due ultimi, tremendi anni della nostra vita, di certo non può essere imputato alla scuola Ricci, non alla Cirese e, men che meno, alla DS Paola Testa. La quale, semplicemente, tenta con spirito costruttivo e con il buon senso di madre, prima ancora che di docente e di preside, di porre riparo a mancanze che sarebbero di altri organi della PA e che, viceversa, i dirigenti scolastici si sono trovati ad affrontare, fin dai primi giorni della pandemia, proprio malgrado. Riferire che il 90% della popolazione italiana è vaccinato, poi, non risponde assolutamente al vero. Soprattutto ciò non vale per i bambini tra i 6 anni ed i 12 anni per i quali, soltanto da qualche settimana, sono state rese possibili le vaccinazioni. In proposito non è proprio un caso che il virus si sia propagato in specie tra i più giovani e che ciò crei allarmismo e preoccupazione in chi, come la preside Testa, è chiamato a garantire la salute e l’incolumità di tutti: alunni, docenti, personale Ata, famiglie” concludono.
Foto: RietiLife ©