Nome: “Sulla cittadinanza benemerita al Principe Lodovico Potenziani diciamo che…”

Sulla cittadinanza benemerita al Principe Lodovico Potenziani riceviamo e pubblichiamo una lettera di Gianfranco Paris per NOME Officina Politica

L’istituto della concessione della cittadinanza onoraria e benemerita presso il Comune di Rieti è disciplinato da un apposito Regolamento. Dalla sua lettura emerge con chiarezza che tale onore si intende riservato a persone, viventi o defunte, che si siano distinte per meriti particolari a beneficio della collettività, siano essi etici, culturali o scientifici. Tali figure vanno insignite con decisione unanime, assurgendo a un ruolo paradigmatico, cui tutti possano guardare per trarre ispirazione. Il disinteressato contributo al benessere e al progresso generale dovrebbe essere il criterio di selezione dei candidati.

La scelta del nome del Principe Lodovico Potenziani per la concessione della cittadinanza benemerita non ha trovato unanime consenso e per questo non avrebbe dovuto essere concessa. Se è infatti pur vero che la sua stirpe ed egli personalmente hanno fatto molto, è perché sono stati nelle condizioni di esercitare un potere, avendone pieni mezzi, conquistati con spregiudicatezza già in epoca napoleonica e andati crescendo e consolidandosi fino al Fascismo e oltre.

La famiglia del Principe aveva acquisito gran parte dei fertili terreni della Piana già negli anni ‘70 del XIX secolo con la vendita all’asta dei beni espropriati agli enti religiosi prervista dalla legge sulle guarentigie, ampliando ulteriormente i possedimenti grazie alla prima bonifica dell’inizio del secolo XX e, successivamente, alla realizzazione delle due dighe del 1937.

Se risultati ne scaturirono per il reatino, con particolare riguardo all’agricoltura, non fu certo per soli meriti individuali, ma per il duro lavoro e sacrificio dei contadini di Rieti, sottoposti alla rigida mezzadria della famiglia del Principe e dei suoi colleghi proprietari dei terreni della Piana. I contadini, loro sì, e i loro figli, sfruttati in una condizione da servi della gleba, meriterebbero un riconoscimento.

Venga allora celebrata, da parte delle istituzioni, anche la storia collettiva (agraria, industriale) di Rieti, perché tanta della popolazione della nostra città viene da quei campi,  dagli stabilimenti Supertessile e Zuccherificio, non certo dalla Villa di Colle San Mauro, ove si sono svolti altri tipi di ragionamenti.

Sfruttare perciò strumentalmente la mancanza di unanime consenso intorno alla candidatura del Principe, arrivando ad accusare il centrosinistra di essere fuori dalla storia, significa ignorare la Storia nel suo complesso, come fa Moreno Imperatori, presidente della Commissione preposta allo studio delle pratiche per il conferimento delle cittadinanze onorarie e benemerite, il quale ha dichiarato: “Il Centrosinistra in Comune, votando contro la concessione della cittadinanza benemerita alla memoria del Principe Lodovico Potenziani, ha perso l’ennesima occasione per dirsi moderno e all’altezza per governare una Città capoluogo di provincia”.

Quale nesso passa tra le due cose? Qual è il motivo per trascinare una figura storica in una gazzarra politica, lontana anni luce dallo spirito che dovrebbe animare la concessione di una cittadinanza onoraria?

Chi sarà, tra coloro che difendono la memoria storica e coloro che vogliono piegarla a questioni di propaganda elettorale, davvero all’altezza di fare gli interessi della comunità?

Foto: RietiLife ©

 

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