“Per l’anno in corso non si procederà al consueto dimensionamento scolastico della provincia di Rieti, come comunicato recentemente dalla Regione Lazio. Un tema seguito negli anni dalle delegate alle politiche scolastiche di Comune e Provincia, Letizia Rosati e Claudia Chiarinelli“: lo dice il Comune in una nota.
Nel dicembre 2019 fu varato un piano che metteva in ordine la rete scolastica del capoluogo: il Marconi-Sacchetti Sassetti per il primo ciclo che aggregava una parte del comprensivo di Cantalice, per il secondo ciclo invece lo scientifico Carlo Jucci che aggregava il Varrone, l’Elena di principessa di Napoli il Liceo artistico ed il Rosatelli i geometri Ciancarelli. “Tale operazione – spiega Letizia Rosati – compiuta dopo anni di ripensamenti attendisti infruttuosi, fa si che a Rieti città la situazione sia assolutamente in regola con i parametri ministeriali”.
“Nonostante alcuni passi avanti restano molte le criticità per arrivare ad un dimensionamento scolastico stabile – dichiara Claudia Chiarinelli – E’ necessario assegnare Dirigenti titolari e personale agli istituti, abbassando i numeri del dimensionamento in modo significativo e duraturo. Per quest’anno dalla Regione Lazio, in attesa di indicazioni formali dal Ministero, ci è stato comunicato che non si procederà a tale consueta attività di dimensionamento ma auspico che per il prossimo anno possano arrivare alle Province linee guida finalmente diverse e risolutive”.
A fronte della situazione descritta, le due delegate alla scuola di Comune e Provincia, Rosati e Chiarinelli, ribadiscono che tutti gli sforzi compiuti dagli amministratori locali insieme ai sindacati del settore e dal mondo della scuola, “devono essere sostenuti da conseguenti scelte tese alla governabilità del sistema perché se il MIUR non immette in ruolo nuovi dirigenti scolastici ed altrettanti DSGA, direttori generali per i servizi amministrativi, per coprire le scuole dimensionate il territorio resterà sempre in sofferenza al netto dei piano di dimensionamento. Tale annosa criticità è diventata ancor più macroscopica nel presente anno scolastico perché vede diversi istituti della provincia in reggenza anche laddove i numeri consentivano la nomina di dirigenti titolari e non in reggenza. Tale situazione – concludono Rosati e Chiarinelli – non può più essere la prassi per il governo di un sistema scolastico frastagliato in un territorio montano ampio e disagiato. Chiediamo con vigore che l’Ufficio Scolastico Regionale si faccia promotore attivo in tal senso presso il MIUR affinché i nostri territori abbiamo per il prossimo anno scolastico un organico adeguato alle esigenze altrimenti chiedere ulteriori razionalizzazioni diventa un’operazione insostenibile e scarsamente credibile”.
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