Dopo le presentazioni ai cittadini di Castelnuovo di Farfa e di Mompeo, il secondo libro di Giuseppe Manzo “Sabina Magica …” sarà presentato a Oliveto di Torricella in Sabina il 27 novembre e a Poggio Mirteto il 4 dicembre. Sabato 20 novembre alle ore 17.00, presso il teatro comunale, sarà invece la volta di Salisano, una presentazione voluta dal Sindaco Gisella Petrocchi e dall’Assessore alla Cultura Cristiano Ranieri per sancire ancora una volta la ripartenza del paese dopo la pausa forzata della pandemia.
Sono invitati a partecipare tutti i cittadini del borgo per una riflessione con l’amministrazione su due importanti temi il senso di appartenenza alla comunità e la memoria storica come “cemento” della comunità.
“Via dalle città nei borghi storici c’è il nostro futuro” ha sostenuto l’architetto e urbanista Stefano Boeri. E i borghi sabini hanno molto da offrire alle famiglie e a tutte le persone in cerca di tradizioni, cultura, storia, natura, olio genuino, cibi gustosi e soprattutto una vita tranquilla.
Il libro di Giuseppe Manzo propone alle comunità dei piccoli paesi reatini di fare propria la cultura della riconciliazione, ovvero mettere fine alle ostilità e riprendere buoni rapporti tra le persone, che è forse una delle leve per risolvere i problemi della vita contemporanea, perché con l’odio non si semina niente. Nei piccoli paesi ci sono tante feste e ricorrenze. Feste patronali e religiose. Feste divertenti e coinvolgenti, rappresentazioni degli usi e della vita passata. C’è molto da imparare nei piccoli paesi. In generale c’è più allegria e fratellanza. Si avverte maggiormente il senso della famiglia e dell’amicizia.
“Vivere in una comunità”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, com’è giusto, per le proprie idee, rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore”. “Spero che, dopo questa terribile pandemia – ha sostenuto l’autore – torni a tutti la voglia di organizzare feste e sagre, perché questo è stato un elemento caratterizzante dei borghi sabini e una ragione di successo delle comunità del territorio. Spero che i magnifici eventi festivi e culturali, sempre a braccetto con l’olio, che hanno rallegrato la vita dei paesi della Sabina, possano tornare ad attrarre turisti e a rendere la vita delle nostre comunità più serena e leggera”.
“Molte persone ritengono che vivere in un piccolo paese sia fondamentalmente scomodo, perché tutti ti conoscono e sembrano seguire la tua vita – continua Giuseppe Manzo nel suo libro -. Nei piccoli paesi, inoltre, spesso è scarsa l’offerta di eventi culturali. Ma d’altro canto la vita nei borghi può essere speciale e farti sentire una persona, non solo un numero. Nel periodo della pandemia molti si sono sentiti più sicuri e protetti nei piccoli paesi nei quali, peraltro, la tracciabilità dei contagi è stata più facile. Per quanto mi riguarda – conclude l’autore – se potessi rivolgermi ai cittadini delle grandi metropoli, direi: se siete alla ricerca di un’abitazione e di una vita tranquilla, lontana dai disagi, dai rumori e dai ritmi della grande città, è un piccolo paese di campagna la meta più vantaggiosa e non solo sul piano economico”.
Foto: Manzo ©