“L’Azienda tra il 2016 e il 2020 ha dovuto governare gli effetti nefasti di due eventi avversi epocali come il Sisma del 2016 e la pandemia da SARS CoV-2, ancora in corso con un nuovo aumento della curva dei contagi registrata nelle ultime settimane” lo scrive Asl Rieti.
“Lo ha fatto, fino al 2020, operando all’interno di un Piano di rientro dal deficit sanitario, che fino al 2019 non consentiva investimenti e bloccava il turnover e l’assunzione di personale sanitario, con un solo ospedale disponibile in tutta la provincia di Rieti (l’altro, il Grifoni di Amatrice, era crollato durante il Sisma del 2016), mentre l’ospedale Marzio Marini di Magliano Sabina, chiuso tra il 2010 e il 2011, era stato successivamente trasformato in una Casa della Salute totalmente da riorganizzare e implementare. Il fenomeno della mobilità passiva nella Asl di Rieti ha visto, secondo le strutture regionali e del Ministero della Salute di competenza, una riduzione progressiva negli ultimi anni. Siamo infatti passati dai 20 mila cittadini che nel 2011 andavano a curarsi fuori provincia, ai 13 mila di fine 2019. Nel febbraio 2020, in risposta alla pandemia, abbiamo dovuto attivare un ospedale compartimentalizzato, separando repentinamente, Percorsi e Aree, per garantire e tutelare i pazienti Covid, i non Covid e gli operatori sanitari, consapevoli che attraverso un solo ospedale dovevamo servire un’intera provincia. Non è stato facile e alcuni servizi ne hanno risentito, ma tutto ciò, nonostante l’emergenza pandemica che ha stravolto completamente il sistema sanitario nazionale e regionale, non ha interferito con l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza nei confronti dei cittadini della provincia di Rieti, che abbiamo sempre garantito su un territorio di 2.758 chilometri quadrati, utilizzando anche la gestione da remoto (televisita e teleconsulto) dei pazienti fragili già in carico nei nostri servizi, come per esempio la salute mentale e le dipendenze o la reumatologia e molte altre” aggiunge Asl
“Non ci dilungheremo come abbiamo fatto in passato con elenchi di cose fatte in questi anni, oltre alla gestione della fase post-terremoto e alla lotta contro il Covid-19 ma a chi, fortunatamente pochi, sparuti e rappresentativi solo di se stessi, vogliono trasformare la sanità in terreno di scontro politico, ai leoni da tastiera che animano i Social o a chi crede o si professa, a seconda della convenienza e del momento, scienziato, epidemiologo, virologo, statistico, vorremmo ricordare che denigrare l’Azienda e i suoi professionisti con analisi superficiali e dichiarazioni spot decontestualizzate dal periodo storico tratteggiato e dai parametri demografici e orografici di un territorio fragile come quello del reatino, reca soltanto un danno grave ai cittadini che vi risiedono e peggiora l’attrattività della nostra provincia che con tanta fatica siamo riusciti a far entrare nella visibilità positiva nazionale” conclude Asl, che replica alle note dei giorni scorsi sulla Sanità al collasso e le cure fuori regione.
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