“Il 5 novembre 2021 si è svolto un incontro con gli assessorati al lavoro ed alle attività produttive della Regione Lazio, con l’intento di fare sintesi sul lavoro portato avanti fin qui dalle parti, e soprattutto per discutere delle prospettive future, di sviluppo del territorio, di stabile occupazione, nonché di contrasto allo spopolamento del territorio. Si è affrontato anche il tema della ristrutturazione della Lombardini, avviata già da qualche settimana e sulla quale non è ancora stato illustrato un quadro definito degli impatti occupazionali, economici e sociali che tale ristrutturazione determinerà sul territorio”.
“In apertura di riunione l’Assessore Di Berardino, ha manifestato la volontà della Regione di procedere ad un incontro che si terrà a stretto giro, che coinvolgerà le Parti Sociali del territorio, in una discussione aperta del Piano Strategico Rieti 2030, un progetto che si integrerà con il piano industriale, ricerca e formazione. Entrambi gli Assessori, hanno convenuto nella straordinaria convergenza di occasioni che si stanno riversando sulla nostra Regione ed in particolare sul reatino, dichiarando che molti progetti sono in itinere ed altrettanti in cantiere: sono progetti mirati alla strutturazione di infrastrutture materiali ed immateriali, propedeutiche al rilancio del territorio”.
“Le organizzazioni sindacali, pur apprezzando gli sforzi profusi finora dalla Regione Lazio e fermo restando le opere già realizzate, constatano la significativa distanza tra quelle che sono le aspettative del territorio e il costante depauperamento delle risorse disponibili, in un contesto sociale che mortifica i giovani nella inadeguatezza di risposte sia in termini occupazionali sia di pari opportunità territoriali. La vicenda che in questi giorni sta coinvolgendo una azienda storica del territorio e cioè la Lombardini, è in antitesi con il quadro generale di prospettiva delineato dalla Regione e sul quale certamente conveniamo, tuttavia è del tutto evidente che la nostra preoccupazione è rivolta non soltanto al mantenimento occupazionale delle maestranze dell’azienda, ma più in generale a tutto il suo indotto ed all’interezza del territorio, sul quale potrebbero scaricarsi gli effetti di una ristrutturazione aziendale, della quale nessuno conosce nei dettagli, il progetto ed il piano industriale”.
“Per tali motivi, abbiamo sollecitato e richiesto gli Assessorati, un monitoraggio costante circa i cambiamenti e le trasformazioni del territorio, propedeutico anche ad una discussione sul futuro del nucleo industriale, utile magari a dare priorità a quelle esperienze produttive innovative e di lungo periodo, legate ad assi di sviluppo locale ed in grado di innescare un volano propulsivo per tutto il territorio, al fine di evitare di diventare preda di una imprenditoria “mordi e fuggi”, che purtroppo ha imperversato in molte zone d’Italia svantaggiate come la nostra e che invece dovremo tutti contrastare assumendo buone pratiche di azione”.
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