(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Il primo giorno di Green Pass obbligatorio per andare a lavoro, nel pubblico e nel privato, non ha creato problemi. Anzi: tutti telefono alla mano col QR Code o con la certificazione stampata, pronti per i controlli ai varchi. “Non ci sono problematiche note nelle aziende del Reatino – spiega Luigi D’Antonio, della Fiom Cgil – si rispetta la normativa ed ovviamente chi non ce l’ha è rimasto fuori. Una stima dei lavoratori reatini senza Green Pass? Difficile averla, forse l’avremo ora con l’introduzione della normativa per l’accesso al lavoro. Ci dobbiamo affidare alla percentuale nazionale totale e fare una stima sui lavoratori”.
Neanche per Confcommercio Lazio Nord sono stati registrati problemi: “Assolutamente tutto tranquillo – dice Leonardo Tosti – io resto convinto che l’8% delle persone non può fermare il 92% che vuole lavorare e attenersi alle regole”. Un approccio pro Green Pass che la stragrande maggioranza dei reatini ha sposato, a differenza dei manifestanti che da settimane, tra le principali città e porti, manifesta contro la cosiddetta “dittatura sanitaria”. Neanche in Comune – come in altri uffici pubblici – dove da ieri mattina sono stati controllati gli accessi con l’applicazione dedicata per la validità della certificazione: “No, a Palazzo Città tutto tranquillo – dice il vicesindaco Daniele Sinibaldi – tenete conto di una cosa: Rieti ha uno dei più alti tassi di vaccinazione in Italia”.
Certo, qualcuno senza certificazione per convinzione (e non per necessità, alcune persone non possono vaccinarsi) è rimasto. E se non vuol restare senza stipendio, si è dovuto sottoporre a tampone, valido 48 ore per il Green Pass. E questo nelle farmacie reatine si è fatto sentire, con la richiesta di test rapidi fortemente aumentata. Mentre Asl spera che si vaccinino anche i più restii.
Foto: RietiLife ©
Sono un imprenditore reatino e non attiverò mai il Greenpass né lo chiederò ai dipendenti.
E così stanno facendo gran parte delle aziende reatine.