Foto: Riccardo FABI ©
(di Giacomo Pasquetti) Il critico d’arte Vittorio Sgarbi è tornato nella giornata di ieri a Rieti per una seconda Lectio magistralis. Dopo il primo appuntamento organizzato dalla Fondazione Varrone dedicato al Carro di Eretum, si replica il tutto esaurito anche con la seconda lezione che si è concentrata sul patrimonio artistico di Amatrice e Accumoli. Patrimonio recuperato dopo il sisma e in mostra a Palazzo Dosi fino a gennaio 2022. Sgarbi ha approfittato dell’occasione anche per fare una lunga passeggiata a Rieti: fra i luoghi visitati, è stato particolarmente colpito dal Giudizio Universale dei Torresani nell’oratorio di San Pietro Martire. Prima della lezione, il critico ha incontrato il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, il sindaco Antonio Cicchetti e il presidente della Fondazione Varrone, Antonio D’Onofrio che si è detto “orgoglioso” dei risultati raggiunti.
Sgarbi ha analizzato la mostra “Amatrice e Accumoli: oltre una sorte avversa”, soffermandosi sull’alto valore antropologico delle opere contenute all’interno. “Mentre la qualità artistica è modesta e piuttosto artigianale, ciò che è importante è il legame che qui si avverte tra i cittadini e le loro reliquie. Immaginare la familiarità affettiva delle persone travolte dal terremoto nel rivedere le opere della loro città, è toccante. Mi auguro che queste città possano rinascere”. Il critico ha poi analizzato oggetti sacri, dipinti e sculture, lasciandosi andare al suo tipico linguaggio colorito. In alcune delle opere, il valore è da rintracciarsi nella loro antichità piuttosto che sull’effettiva qualità. Sgarbi ha tuttavia sottolineato anche le caratteristiche di opere particolarmente interessanti, come la Madonna in trono del 1300. La prima Lectio ha avuto un seguito massiccio sui social e sui media, tanto da triplicare il numero di visitatori presenti all’esposizione. Non resta che augurarsi un “effetto Sgarbi” anche per questa seconda lezione.