“Ormai periodico come il ciclo lunare arriva l’attacco della Coldiretti nei confronti della Riserva in merito ai danni dei cinghiali alle coltivazioni della piana; i danni ci sono e sono consistenti, ma ci sono al pari di tante altre zone dove non esistono vincoli di tutela”: lo scrive la Riserva.
“Siamo ben consapevoli dei problemi perché siamo lì ogni giorno gomito a gomito per constatare i danni, fare domande e perorare i risarcimenti; questa attività rappresenta anzi uno dei maggiori impegni di tutta la struttura. Siamo lì per verificare gli spostamenti degli animali e spostare le gabbie di cattura, pasturare, verificare di notte e di giorno i comportamenti dei selvatici e cercare di catturarne il maggior numero possibile. Sfatato il mito, piuttosto superficiale, che siano le aree protette ad attrarre i cinghiali, come dimostrano le foto ed i video ampiamente resi pubblici, che segnalano la loro presenza nei piccoli centri come nelle grandi città fino ad arrivare nelle zone centrali di Roma, resta da testare la strategia più funzionale a contenere la presenza di questi animali.
Chi ci accusa invoca la sparo: incurante degli incidenti, anche mortali, quelli sì annunciati, di cui è segnata la cronaca. Le perplessità sono supportate dai tentativi fatti negli anni passati, che hanno dato scarsi risultati e molti problemi, organizzativi e di sicurezza dell’incolumità delle persone. E’ da irresponsabili invocare tout-court lo sparo. Perché basta essere dotati di una dose minima di buon senso per rendersi conto che rappresenti un grave rischio e l’assunzione di gravi responsabilità l’autorizzare sparatorie in zone segnate da strade, asfaltate e sterrate, sentieri, con aree di sosta e zone di birdwatching, percorse da automobili, biciclette, mezzi agricoli, camminatori, pescatori, escursionisti, animali da compagnia e dove le abitazioni distano poche centinaia di metri in linea d’aria l’una dall’altra. Ma pur non avendo alcuna preclusione ideologica e pregiudiziale sui mezzi di contrasto al proliferare dei selvatici ungulati riteniamo per l’esperienza maturata in questi anni, documentata e resa pubblica, che la strada più efficace e più sicura è quella delle gabbie. E su questa attualmente siamo concentrati notte e giorno. Siamo impegnati ad aumentare il numero delle gabbie ed a posizionarle nei punti più favorevoli per catturarne il maggior numero possibile ed alleviare i problemi degli agricoltori: ci aspettiamo collaborazione per un obiettivo comune invece che la dichiarazione di una guerra senza quartiere che non serve a nessuno e che persegue solo lo scopo di individuare un nemico, purché sia, contro il quale scagliarsi” conclude la Riserva.
Foto: RietiLife ©