È chiusa la chiesa di San Rufo a Rieti, resa inagibile dalle conseguenze del sisma del 2016. Cala il sipario anche sugli affreschi contenuti al suo interno: primo fra tutti il quadro del romano Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino, ovvero “l’angelo che danza sull’orlo dell’abisso”. Tomaso Montanari, storico e critico d’arte, racconta l’artista su “Emergenza Cultura” e si sofferma sulla preziosa opera, capolavoro di eleganza e tecnica pittorica.
“Spadarino pensa una intera pala d’altare come una sorta di ‘passo a due’: un ballo scherzoso e rischioso tra due fratelli, guidato da quello adolescente e come subìto da quello ancora bambino, che si spaventa quando si accorge di star danzando sull’orlo di un abisso”, scrive Montanari, che poi prosegue: “Per questo è così doloroso che la chiusura della chiesa di San Rufo a Rieti (per il sisma, ma soprattutto per la nostra incapacità di capire l’importanza di tutto il corpo del patrimonio) ci privi di un organo vitale, non meno essenziale dei Caravaggio visibili nelle chiese di Roma e in tanti musei italiani”.
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