“Complici anche le ferie estive, la cancellazione della Camera di Commercio di Rieti è passata in silenzio, senza che nessuno degli attori principali della politica, dell’economica e dell’associazionismo avessero da dire alcunché. Solo Confartigianato Imprese Rieti, da sempre feroce assertore che i corpi intermedi siano fondamentali per la difesa del territorio, della democrazia e garanti della partecipazione, è più volte intervenuta a difesa di quello che era lo strumento principale di autogoverno delle imprese”: lo scrive Confartigianato.
“Con la cancellazione della Camera di Commercio se ne va un altro pezzo della storia reatina. Quello che viene definito un accorpamento con Viterbo è, in realtà, una vera e propria annessione. I più informati sostengono che nella giunta esecutiva della nuova Camera solo un reatino sarà chiamato a rappresentare le imprese del territorio. Alla faccia della pari dignità più volte sbandierata. E pensare che anche dal punto di vista gestionale la struttura reatina poteva vantare un bilancio positivo, frutto di una gestione oculata tramandatasi da amministratori che negli anni si sono avvicendati, cosa che di certo non si può dire della Camera di Commercio di Viterbo. Come Confartigianato imprese Rieti non possiamo che prendere atto di una sconfitta combattuta ad armi impari. Fa piacere, anche se con colpevole ritardo, che anche i sindacati dei lavoratori (CGIL-CISL-UIL) si siano accorti della trappola che è stata confezionata per il sistema economico e imprenditoriale reatino. Nel silenzio di gran parte della politica, fatta eccezione per qualche caso sporadico, si è consumato quello che era ormai l’inevitabile atto finale. Sono scomparsi anche coloro che sostenevano che mai avrebbero avallato l’ipotesi accorpamento e caldeggiavano il commissariamento solo per superare un momento di stallo e “rinnovare” gli organi sociali. L’avv. Giorgio Cavalli verrà così ricordato per essere stato il commissario che ha accompagnato all’agonia e poi alla morte la Camera di Commercio reatina” dice Confartigianato.
“Silenzio, ovviamente, da tutte le associazioni di categoria che avevano abbandonato tutti i distinguo e si erano beatamente “apparentati” per spartirsi qualche poltrona, ben sapendo che al prossimo rinnovo degli organi non ci sarà più nemmeno quella. Il declino della Camera di Commercio ha preso il via con il Governo Renzi (2015) quando, oltre alla drastica riduzione del numero delle Camere, le privò di una serie di competenze che ai più fece pensare che così ridotte forse era meglio chiuderle. Oggi, visto l’epilogo, si sarebbero dovute attivare altre forme di lotta, prima fra tutte quella parlamentare. Purtroppo con i “se”, con i “ma” e con le analisi a ritroso non si va da nessuna parte. Come Confartigianato Imprese Rieti siamo orgogliosamente fuori da questo colossale inciucio, nonostante siamo l’associazione datoriale largamente più rappresentativa del territorio. Ci sarà da ripensare come e con quali mezzi sostenere l’economia e le imprese reatine, come rappresentarle, ma questa è un’altra storia, che non potrà cancellare quella del triste epilogo della Camera di Commercio di Rieti” conclude Confartigianato.
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