(ch.di.) È morto a Latina a 71 anni, a causa di un malore improvviso, lo scrittore Antonio Pennacchi. Aveva vinto il Premio Strega nel 2010 con il libro Canale Mussolini (Mondadori). Pennacchi era atteso a Rieti l’11 settembre per Liberi sulla Carta, la rassegna culturale di casa al Polo Santa Lucia. Sarebbe stato un ritorno al festival, ma la prima volta in città.
Ultimamente era in libreria con La strada del mare, (Mondadori), libro che avrebbe presentato a Rieti.
Come riporta Il Corriere della Sera, dal suo romanzo Il fasciocomunista (Mondadori) è stato tratto il film “Mio fratello è figlio unico” diretto da Daniele Luchetti con Riccardo Scamarcio, Elio Germano e Luca Zingaretti. Nato a Latina nel 1950, operaio dell’Alcatel Cavi, Pennacchi si è dedicato alla politica prima nelle file del MSI e poi in quelle del Partito marxista-leninista Italiano. Tra gli anni ‘70 e ‘80 ha aderito al PSI, alla CGIL e poi alla UIL. Nel 1983, durante un periodo di cassa integrazione, si è laureato in Lettere e filosofia per abbracciare poi la carriera di scrittore. Il debutto nel 1995 con Mammut, seguito da Palude. Storia d’amore, di spettri e di trapianti. Nel 2003 ha pubblicato Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico da cui nel 2007 è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico.
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