E’ a Rieti, Umbilicus Italiae e cuore della Sabina, che si possono tornare ad ammirare i carri e il ricco corredo funerario del misterioso principe di Eretum e della sua stirpe, vissuti sul finire del VII secolo a.C. e sepolti nella necropoli di Colle del Forno (Montelibretti) che insieme all’abitato di Cures (l’odierna Fara in Sabina) segnava la cintura meridionale della vasta regione italica abitata dal popolo dei Sabini. Per il suo ultimo viaggio, il principe non volle uno ma due carri, un currus e un calesse, rivestito di lamine non d’oro ma non meno preziose tanto raffinata e curata appare ancora oggi l’incisione. Le lamine d’oro erano semmai della veste del principe o della donna deposta in precedenza nella tomba, anche lei una principessa vista la ricchezza del corredo che l’accompagna. Un mistero invece l’attribuzione dei tre grandi scudi in lamina di bronzo, anche qui associati a vassoi-incensieri e anelli di sospensione, tutto in mostra nelle sale di Palazzo Dosi.
Una mostra – quella voluta dalla Fondazione Varrone con la collaborazione e la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio dell’Area metropolitana di Roma e della Provincia di Rieti – che per la ricchezza e la varietà dei reperti esposti non sfigurerebbe in una grande capitale europea. E d’altronde è dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen che nel 2016 il Mibact è riuscito a recuperare gran parte dei pezzi proveniente dalla tomba XI della necropoli sabina: una storia nella storia, che comincia nel 1970 con una rocambolesca sottrazione da parte di “tombaroli” rimasti impuniti e che si avvia ad una felice conclusione. Il lungo viaggio del “carro di Eretum” è infatti giunto ormai all’ultimo miglio: da Rieti sarà presto collocato nel Museo Civico di Fara in Sabina e li resterà, a ricordare a questa terra il popolo che la abitò.
Strada facendo, il lungo viaggio del carro di Eretum
Rieti, Palazzo Dosi-Delfini, fino al 10 ottobre 2021
Dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20. Ingresso libero con Green pass.
Foto: FV ©