Il 9 giugno, presso la Sala “Palieri” della Questura di Rieti, è stato firmato il “Protocollo Zeus”. Un’intesa tra il Questore, dott.ssa Maria Luisa Di Lorenzo, il Direttore Generale della A.S.L dott.ssa Marinella D’Innocenzo, che si avvarrà degli psicologi del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Psicologiche, e l’Assessore ai Servizi Sociali e Pari Opportunità del Comune di Rieti dott.ssa Giovanna Palomba, delegata alla sottoscrizione dal CDA del Consorzio Sociale RI/1.
Si tratta di un Protocollo di intervento finalizzato alla cosiddetta “ingiunzione trattamentale”, che obbliga i soggetti ammoniti dal Questore in tema di stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza domestica, bullismo e cyberbullismo di rivolgersi alle previste strutture di recupero per intraprendere un percorso finalizzato al miglioramento della gestione delle emozioni e del controllo dei propri impulsi, rieducazione prevista peraltro dalla legislazione vigente.
Un tentativo, quindi, di un recupero educativo, ovvero riabilitativo del soggetto ammonito, in quanto lo stalker e l’uomo violento si ritrovano soli ad affrontare gli episodi, incapaci di frenare gli impulsi aggressivi e di comportarsi in altro modo ed è qui che interviene il Protocollo che ha l’obiettivo di renderli consapevoli della lesività delle loro condotte violente e prevaricatorie e di bloccare le recidive, quando ancora non sono caduti nella fattispecie del reato penale, intervenendo quindi direttamente sul maltrattante fermandolo, sottolineandogli il disvalore sociale delle sue condotte.
Il “Protocollo Zeus” è quindi un importante strumento di prevenzione che, forte della sinergia tra Istituzioni e Servizi, potenzia il monitoraggio di soggetti violenti tramite reciproci feedback. In proposito è importante evidenziare che questo protocollo è già operativo in altre città italiane e dall’esperienza maturata è emerso un dato importante, ovvero che grazie alle misure preventive restrittive e terapeutiche svolte nei confronti dei maltrattanti si è mostrato un considerevole calo delle recidive di episodi di violenza, con un rilevante recupero di uomini aggressivi ed il contestuale recupero dell’autostima delle donne.
Nello specifico la Polizia di Stato segnalerà ai partner del “Protocollo Zeus”, ovvero agli psicologi del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Psicologiche dell’Azienda Sanitaria locale e agli assistenti sociali del Consorzio Sociale RI/1, tutti coloro che hanno compiuto atti persecutori e violenti, i quali verranno chiamati dai predetti Centri per intraprendere il percorso trattamentale suggerito dal Questore in fase di ammonimento, tuttavia sarà cura di questi Servizi specialistici segnalare alla Polizia di Stato gli ammoniti che rifiutano il percorso stesso.
Infatti, disertare gli incontri diventerà un’aggravante per il soggetto ammonito. Inoltre questo sistema offre un’ulteriore alternativa a chi non è ancora coinvolto in procedimenti penali per tentare un percorso che supera l’idea classica di prevenzione, poichè per ogni caso trattato è previsto, ogni 4 mesi, un briefing tra tutti gli operatori coinvolti nel Protocollo allo scopo di seguire passo dopo passo il percorso iniziato dai soggetti ammoniti; chi non si presenta agli incontri con personale specializzato al loro recupero ed ha alle spalle altresì una storia di pregiudizi penali potrà essere proposto dal Questore per la sorveglianza speciale affinchè possa essere monitorata la violenza, alzando così la soglia della prevenzione.
Inutile ricordare che spesso i comportamenti violenti in ambito familiare sono caratterizzati da un graduale aumento di intensità e violenza della condotta e, pertanto, per evitare che la condotta degeneri, si tenta di intervenire all’inizio della spirale di violenza per fermare in tempo i soggetti critici in contesti particolarmente rischiosi.
Altro importante aspetto di cui si curerà il protocollo sarà quello di valutare caso per caso tutte quelle situazioni potenzialmente pericolose per la parte offesa e di conseguenza le parti si impegneranno a confrontarsi sulle modalità più sicure ed efficaci per tutelare la vittima anche in conseguenza dell’emissione dell’ammonimento.
Inoltre, dal 9 giugno, con il “Protocollo Zeus”, Rieti, ha uno strumento in più anche per le vittime di bullismo e cyberbullismo, in quanto il soggetto ammonito verrà inviato dal Questore a rivolgersi presso gli specialisti della Azienda Sanitaria Locale e del Consorzio Sociale RI/1 che si occuperanno di evitare il peggio cercando di sensibilizzare gli aguzzini sui danni che possono arrecare alle loro vittime.
Si tratta anche in tal caso in un percorso terapeutico che li porterà a capire non solo la gravità delle loro condotte ma il perché del proprio comportamento: da una parte offese, insulti, derisione della vittima, dall’altra, senso di colpa, frustrazione, isolamento. In conclusione: uniti per prevenire la violenza di genere prima che sia troppo tardi e contro ogni forma di prevaricazione.
Foto: PS ©