Anteprima per la stampa e inaugurazione con le massime autorità istituzionali cittadine stamattina a Palazzo Dosi per Oltre una sorte avversa. L’arte di Amatrice e Accumoli, dal terremoto alla rinascita. La mostra di Rieti – articolata in sei sezioni – offre per la prima volta una selezione di 65 opere tra dipinti, sculture, arredi sacri, reperti e documenti, provenienti dalle rovine del Museo civico, delle chiese e dei palazzi di Accumoli e Amatrice. Per l’esposizione – a cura dell’architetto Mauro Trilli – la Fondazione Varrone ha scelto il piano nobile di Palazzo Dosi-Delfini, così da dare una “centralità fisica” alla mostra, aperta nella piazza principale di Rieti. Le opere sono state selezionate dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio dell’area metropolitana di Roma e della provincia di Rieti tra le centinaia custodite nel deposito del MiBACT allestito presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale.
Si va dal modellino ideale di Amatrice in pietra recuperato dalla chiesa del Suffragio, che il terremoto ha strappato dalle mani di Sant’Emidio alla Sacra Famiglia con San Giovannino, dipinta su tavola nel 1527 da Cola dell’Amatrice, uscita praticamente indenne dal Museo Civico. In mostra anche l’antichissima tavola della Madonna di Cossito, la scultura lignea della Madonna con Bambino della chiesa di Poggio d’Api, il trittico della Madonna delle Coste venerata ad Accumoli, il prezioso reliquiario della Filetta e le croci processionali dell’orafo Pietro Paolo Vannini.
“La mostra che inauguriamo stamattina ha per la Fondazione Varrone un duplice valore: quello di preservare con queste opere d’arte le radici delle popolazioni di Amatrice e Accumoli e mantenere alta l’attenzione sul tema della ricostruzione – ha detto il presidente Antonio D’Onofrio – Tutto questo è stato possibile grazie al rapporto di fiducia e di collaborazione che abbiamo instaurato con la Soprintendenza. Dopo quella del carro sabino di Eretum è la seconda mostra che inauguriamo in un mese: diamo così alla città un segnale preciso, che è quello della ripartenza con le attività, con la cultura, con il turismo”. Il vescovo Domenico Pompili si è soffermato sul titolo della mostra: “Oltre la sorte avversa ci fa pensare non solo a quello che nella storia le comunità di Amatrice e Accumoli abbiano subito ma lo slancio che ogni volta è servito per rimettersi in piedi. E’ uno sforzo che sostiene anche la Diocesi, che sta lavorando alla ricostruzione di 84 chiese: ridaremo a queste opere d’arte una casa dove tornare”. “Dopo i primi anni di andamento lento la ricostruzione sta finalmente entrando nel vivo – ha detto il vice sindaco di Amatrice Massimo Bufacchi – presto partiranno i cantieri di San Francesco e di Sant’Agostino. Ma anche rivedere queste opere in mostra è un segno di come la ricostruzione sia finalmente realtà e di questo non ringrazierò mai abbastanza la Fondazione Varrone e la Soprintendenza”.
“Ci sono esempi di comunità più volte colpite nella storia dai terremoti e ogni volta hanno ridipinto le proprie immagini sacre – ha detto la soprintendente Paola Refice – Questo ci dà la misura dell’energia con cui sempre ci si è rimboccati le maniche e si è andati avanti e del ruolo che l’arte sacra ha per le comunità. Il lavoro che abbiamo fatto sulle opere di Amatrice e Accumoli va in questa direzione, grazie alla collaborazione con un privato illuminato come la Fondazione Varrone”. Sul valore della collaborazione pubblico-privato ha insistito anche Marica Mercalli, direttore generale del neonato settore Sicurezza del Patrimonio Culturale del Mic, che ha ricordato il grande lavoro fatto dal Ministero nel momento dell’emergenza e ora nella complessa fase della ricostruzione.
La mostra sarà aperta al pubblico a partire da sabato 22 maggio. L’orario di apertura è dalle 17 alle 20, tutti i giorni tranne il lunedì. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione, sulla piattaforma eventbrite.
Foto: Emiliano GRILLOTTI ©