La foto del Censis su Rieti post-pandemia: “Più disagio e diseguaglianza. Ma un reatino su tre pensa che le cose miglioreranno”

Foto: Gianluca VANNICELLI ©

 

(di Giacomo Pasquetti) Il Rapporto “Pensare il rilancio del territorio reatino al tempo del Covid 19“, nasce dagli sforzi congiunti della Fondazione Varrone e del Censis. Gli esiti del rapporto, frutto delle ricerche di Francesco Maietta, curatore del progetto, sono stati presentati in una conferenza stampa tenutasi a Rieti, nella Chiesa San Giorgio. Il rapporto documenta – con clinica precisione – non solo le condizioni economiche e sociali della provincia durante la pandemia, ma è anche un’indagine a campione sulla popolazione, che porta alla luce le condizioni e le aspettative dei reatini per il futuro.

Il presidente della Fondazione Varrone, Antonio D’Onofrio, promotore della fruttuosa iniziativa, commenta così i risultati ottenuti: “Stando a quanto riportato, risulta impellente cambiare il modello di vita che usiamo, rivelatosi insufficiente per affrontare la pandemia. Non dobbiamo farci cogliere impreparati se ce ne sarà un’altra. Con questo scopo bene in mente, abbiamo chiesto al Censis di fornirci gli strumenti e i dati per tornare in pista. Questo studio è, a tutti gli effetti, il contributo della Fondazione Varrone per una pronta ripresa”.

Il curatore del progetto, il professore Francesco Maietta, spiega poi i risultati ottenuti. “Mai nelle ricerche che abbiamo realizzato, ci sono state tante persone che hanno riferito che la loro vita è cambiata drasticamente in un così breve lasso di tempo. È qualcosa di inedito e sconosciuto. Ma il Reatino sorprende in positivo – continua Maietta – Il 29% dei reatini pensa che le cose andranno per il meglio, mentre il 21% ha una propensione alla resilienza. Di contro, oltre all’incremento delle disuguaglianze, vi è incremento del disagio. 34mila reatini hanno dovuto ricorrere a sussidi economici. Un reatino su tre ha visto il reddito familiare diminuire. Tuttavia il 37% ha visto aumentare i risparmi”. Elementi che confermano l’aumento del divario fra ricchi e poveri. Ma il rapporto del Censis non si ferma ai ‘dati freddi’ e si spinge oltre, delineando le risorse su cui occorrerà puntare. “Dalla scuola alla sanità serve un sistema di welfare solido, e poi un luogo dove l’impronta ecologica sia più bassa. Questo spingerà le persone a lasciare le grandi città e ad affacciarsi alla realtà di Rieti”. L’elemento dove si gioca il tutto per tutto sono le ‘connessioni’ che la città deve offrire. “Serve alta qualità della vita comunitaria, qualità nei trasporti e qualità delle connessioni digitali.”, conclude il professore.

Giuseppe De Rita, fondatore e presidente del Censis, aggiunge poi che “la situazione non è così drammatica. Le disuguaglianze economiche fanno parte del gioco della crescita di un Paese”. Occorre piuttosto non farsi spaventare e “investire sui giovani e la digitalizzazione”, stando bene attenti a “non lasciare indietro i più anziani. Solo camminando tutti insieme, sarà possibile abbattere i divari sociali ed economici”.

Fabio Melilli, deputato e presidente della Commissione Bilancio della Camera, dentro ai meccanismi economici e fornisce un lucido punto di vista sulla situazione. Melilli reputa “la pandemia un punto di rottura”, ma i reatini non si faranno intimorire e sono pronti “ad affrontare una stagione nuova. Ci sono possibilità che ora, uscendo dal guscio, possono essere colte”. Melilli fa poi riferimento alle importanti risorse del Recovery, una chiave per rendere Rieti più attraente. Infatti, oltre a puntare sul turismo, tramite questi fondi “sarà possibile investire su università, sanità ed industrie. Stiamo lavorando su una nuova agricoltura, più digitale. E la giovane classe dirigenziale sarà pronta ad accoglierla”.

Anche il Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, è positivamente colpito dalla resilienza dei reatini. “La necessità di fronteggiare la pandemia, ha aguzzato l’ingegno delle persone. Ci sono tanti agguerriti che vogliono darsi da fare e altrettanti che scelgono Rieti per mettere radici. Come amministrazione dobbiamo agevolare questa scalata sociale ed economica”. Infine, il Vescovo Domenico Pompili, ritiene che il rapporto fornito dal Censis sia una lente d’ingrandimento utilissima. Da essa emerge che “le persone hanno più consapevolezza e sono pronte ad uscire dal guscio. Ora l’amministrazione deve permettere a chi ha energie e voglia di investire, di potersi mettere in gioco”.

Rieti ha tanta voglia di farcela, anche se l’ansia e la paura ci sono ancora. La ripresa post-covid sarà lenta, ma i reatini sono pronti ad investire. Per ottenere il successo, occorrerà puntare sulla digitalizzazione e le connessioni (strutturali e sociali). Non solo patrimonio paesaggistico, ma anche agricoltura 4.0 come propellente del nuovo sviluppo. Tutto questo anche nell’ottica di attrarre nuovi residenti ed abbassare l’età media della popolazione reatina. Età che si riconferma, ancora una volta, tra le più alte nel Lazio. Il Rapporto del Censis è stato stampato dalla Fondazione Varrone in un volumetto di 89 pagine e sarà presto a disposizione del pubblico.

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