(di Valentina Fabri) In tutta Italia il movimento del fulmine cerchiato è sceso in strada per la ricorrenza della festa del lavoratori. “Lavoro non denaro – inizia la nota del movimento – è un’allocuzione decisiva e rivoluzionaria per comprendere le sfide del nostro tempo. Abbiamo deciso di sfidare il tabù ‘rosso‘ del primo maggio per ricordare a tutti che la festa dei lavoratori dovrebbe servire per lanciare dei moniti veramente rivoluzionari e non per avere vetrine e palcoscenici per le star del sistema. Oggi è fondamentale affermare nuovamente la supremazia del lavoro sulla finanza, dell’uomo sul denaro. Il lavoro come è concepito oggi deve essere distrutto e trasformato: precariato, signoraggio delle banche, speculazioni, privatizzazioni, delocalizzazioni, sono l’indice di un sistema malato che deve essere abbattuto”.
“Lavoro non denaro – continua la nota – significa far tornare al centro dell’economia il lavoro, e al centro del lavoro l’uomo. La disumanizzazione dei processi produttivi favoriti dalla globalizzazione sta allontanando i mezzi dalla realtà favorendo la precarietà della vita di giovani, adulti e anziani. Questo modello di vita imposto dal liberismo non ci appartiene: né oggi né mai. La battaglia per il lavoro deve essere un ponte tra le generazioni per riportare l’attenzione sul qui e ora, contro modelli di vita antiumani e antisociali”.
“Siamo stanchi – conclude la nota – della ricchezza improduttiva a scapito del reale, siamo stanchi dei governi tecnici e non politici, siamo stanchi di vivere per lavorare, siamo stanchi dell’assistenzialismo, siamo stanchi delle chiusure forzate. Vogliamo lavorare, fare, agire, studiare per costruire con le nostre mani il nostro presente. Con l’augurio a tutti i lavoratori, di mano e d’intelletto, di ricostruire presto la vera Civiltà. Ce n’è di lavoro da fare ed è tutto nostro”.
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