La Riserva Naturale Tevere Farfa, Legambiente e Italia Nostra, in collaborazione con il comune di Salisano, hanno organizzato una giornata nella natura, in Sabina, sulle sponde del Farfa, nel tratto del fiume compreso tra il sansificio e la confluenza del Fosso di Salisano. L’appuntamento, al quale sono invitati bambini e famiglie giovani e anziani, è nella mattinata di domenica 2 maggio, alle 9.30, presso il sansificio (coordinate) – info:[email protected]
L’obiettivo è passare una giornata nel verde per conoscere meglio il fiume Farfa, ripulendo dai rifiuti le zone di passaggio, nell’ambito delle attività previste dal Contratto di Fiume, uno dei 43 progetti di educazione ambientale finanziati dalla Regione Lazio, che vede nei bambini il principale soggetto fruitore.
Il sito della nostra regione chiarisce che “per contratti di fiume s’intendono quelle forme di accordo volontario, che prevedono un’ampia mobilitazione degli attori locali di un territorio, al fine di individuare un Programma d’Azione condiviso, finalizzato ad affrontare le problematiche ambientali di un bacino fluviale, secondo una logica integrata e multidisciplinare”.
Il sito del Comune di Mompeo ci fornisce gli elementi per circoscrivere il territorio interessato. L’ambito in cui insiste il Contratto di Fiume Farfa equivale al sotto-bacino idrografico del fiume Farfa (con un’estensione di 245 kmq), all’interno del bacino idrografico del Tevere Medio Corso. L’ambito ricade quasi esclusivamente nella provincia di Rieti e solo il tratto terminale ricade nella provincia di Roma e a livello amministrativo include il territorio comunale di: Toffia, Mompeo, Pozzaglia Sabina, Rocca Sinibalda, Frasso Sabino, Torricella in Sabina, Fara in Sabina, Monteleone Sabino, Torrita Tiberina, Poggio San Lorenzo, Poggio Nativo, Nazzano, Poggio Mirteto, Montenero Sabino, Montopoli di Sabina, Colle di Tora, Salisano, Casaprota, Monte San Giovanni in Sabina, Orvinio, Poggio Moiano, Scandriglia e Castelnuovo di Farfa.
Il fiume Farfa (lunghezza 25 km) è un affluente di sinistra del fiume Tevere con scorrimento a direzione Est-Ovest e prende origine a monte di Frasso Sabino. Alla formazione della sua portata contribuiscono gli apporti idrici di diversi fossi, i principali sono il fosso Rumeano e il fosso delle Ripe che entrano in contatto nei pressi della località Ponte Buita, il fosso di Montenero, il fosso di Salisano, il fosso di Granica, il fosso Riana. Inoltre apporto idrico fondamentale è quello della sorgente “Le Capore” nel comune di Frasso Sabino.
Il corso naturale del Farfa si immette infine nel fiume Tevere nei pressi di Nazzano, poco a monte della traversa mobile ENEL, ubicata in località Meana. Nonostante le numerose opere di captazione e di alterazione dell’alveo per produzione di idroelettrico e idropotabile, il fiume Farfa mantiene una buona qualità biologica. L’area racchiude diverse aree protette quali la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa, il Fiume Farfa (corso medio-alto), Monte degli Elci e Monte Grottone, Grotta La Pila, il Monumento Naturale Gole del Farfa e il Parco Naturale Regionale Monti Lucretili. Si tratta di un’area ad elevata qualità ambientale e di vita, dove più fortemente si registra l’integrazione tra organizzazione e qualità dell’insediamento (forte presenza di centri storici minori, profondamente integrati con la morfologia del territorio), attività agricole (in particolare l’ulivicoltura), paesaggio, qualità delle presenze naturalistiche e radicamento della cultura locale.
Forse, dopo questi lunghi mesi in casa di ansia e di difficoltà, una passeggiata all’aria aperta, nel rispetto delle norme anticovid, anche se viene giù qualche goccia di pioggia in quest’inizio di primavera, è la cosa giusta da fare per adulti, giovani e bambini in particolare. Il fiume Farfa e l’intera Riserva con il Tevere rappresentano una delle maggiori risorse del nostro territorio, un luogo da proteggere e riscoprire, un possibile volano per le attività turistiche e di accoglienza della Sabina. Luoghi magnifici, habitat di tante specie animali e vegetali, che finora abbiamo difeso poco da chi vuole solo sfruttarli o li vede come possibili discariche. Un magnifico territorio che appartiene a tutti noi, che abbiamo il dovere di migliorarlo e lasciarlo integro a figli e nipoti. (di Giuseppe Manzo)
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