Non ci sono solo ristoranti e trattorie. Il grido d’allarme sull’impossibilità di riaprire dal prossimo 26 aprile arriva ora anche dagli artigiani. Sono centinaia quelli privi di spazi esterni e dunque impossibilitati a servire al tavolo: parliamo di pizzerie, hamburgherie, bar, gelaterie, pasticcerie, ecc. che non potranno tornare a servire né a pranzo né a cena.
Il Governo ha assunto una posizione intransigente: sì alle riaperture, ma solo per chi può garantire il distanziamento fuori dal locale.
Secondo Confartigianato Imprese Rieti tale decisione costringerà il 35-40% degli esercizi della provincia, come pizzerie al taglio, gelaterie, pasticcerie, kebabberie, forni e simili, a limitare ancora l’attività, visto che non dispongono di spazi esterni. Senza contare che ci sarà da soffrire anche per chi ha spazio fuori, visto che il clima serale in una provincia come quella reatina non è dei più gradevoli.
Resta inteso che Confartigianato continuerà a chiedere ai Comuni procedimenti semplificati per rendere disponibili tutte le aree esterne idonee, compresi i parcheggi delle strisce blu. Si dà inoltre per scontato che si continui a non pagare l’occupazione di suolo pubblico e che in fascia gialla si potrà servire al banco, tenendo sempre viva la possibilità di pedonalizzare alcune strade, specie nei centri storici, e di far slittare alle 23 il coprifuoco, per consentire il “doppio turno”.
Al di là delle polemiche, ci sembra importante l’impegno del Comune di Rieti che sembra stia studiando delle misure ulteriori che possano conciliare impresa e decoro urbano per chi è proprio impossibilitato a ottenere un dehor.
Intanto continua l’agonia di centinaia di imprese. Il saldo negativo tra imprese nuove e cessate nei primi mesi dell’anno non lasciano di certo ben sperare per il futuro. La pandemia ha spazzato via tanti imprenditori, piegati e scoraggiati. Per questo, come Confartigianato Imprese Rieti, chiediamo con forza alle istituzioni provvedimenti per chi resiste, incremento dei sostegni, pace fiscale, congelamento dei mutui e misure che possano incoraggiare la nascita di nuove imprese. Rieti rimane in linea con i dati nazionali che mostrano tutta la difficoltà ad avviare nuove attività.
Da un sondaggio effettuato sulla base associativa di Confartigianato, emerge la paura e la mancanza di prospettive certe. Le spese fisse spesso sono anche aumentate, mentre calano drasticamente le entrate.
Non mancano gli aspetti umani: c’è chi reagisce con forza, ma tanti sono in preda alla disperazione. Tutti hanno bisogno di non sentirsi soli e chiedono aiuto e conforto all’Associazione.
Il settore ristorazione rimane il più colpito. A Rieti e provincia operano 542 imprese, con una media di 3 dipendenti, per un totale di circa 1600 addetti, di cui l’80% in cassa integrazione. Rilevante anche il fatturato, vicino ai 100milano euro l’anno a impresa. Una partita rilevante la giocano anche le imprese artigiane, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio, ecc, con 69 imprese e oltre 170 lavoratori dipendenti. Fatturato medio annuo intorno a 60mila euro.
“Credo che ogni confronto sia costruttivo quando è un confronto di idee – dichiara Sandro Del Grande, Presidente di Confartigianato Alimentazione Rieti – Quando gruppi, associazioni e altri soggetti si incontrarono per confrontarsi senza cercare consensi, ma proponendo progetti la cosa può solo essere positiva. Quindi ben venga un tavolo, anche costante, per questo scopo, tavolo al quale sono ovviamente benvenute le istituzioni e la politica, senza però permettere a di cavalcare e strumentalizzare il lavoro, la professionalità, la forza e la sofferenza di una categoria”.
“Confartigianato ha sempre seguito la strada dell’ascolto – conclude Del Grande – e insieme al Direttore Maurizio Aluffi, che è da sempre stato fautore e garante di questo, convocheremo presto un incontro tra i delegati e gli iscritti di Confartigianato, e restiamo disponibili a condividerne il risultato con le altre rappresentanze del comparto”.
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