(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Levata di scudi contro il consorzio industriale unico del Lazio. L’ennesimo accorpamento che rischia di relegare il Reatino ad un ruolo ancora più marginale. Un sistema economico e industriale in crisi ormai strutturale e congenita e che stenta ancora a digerire la fusione della Camera di Commercio con quella di Viterbo, si trova a confrontarsi ora con la scomparsa del Consorzio Industriale di Rieti, destinato a confluire in una struttura unica regionale.
A fare discutere sono i rapporti di forza all’interno della nuova organizzazione, indicati nella bozza delle percentuali di partecipazione al capitale del Consorzio Unico inviata dalla Regione Lazio alla Provincia di Rieti: Consorzio di Frosinone 38%, Consorzio Sud Pontino 27%, Consorzio Roma-Latina 20%, Consorzio Lazio Meridionale 10%, Consorzio Rieti 5%. Una proposta che il presidente della Provincia Mariano Calisse ha definito “umiliante” e che il consigliere regionale Fabio Refrigeri ha voluto rimodulare parlando di 10% ma che nella sostanza non cambia nulla. Anche i sindacati hanno espresso perplessità. I segretari confederali Cgil, Cisl e Uil, Claudio Coltella, Carlo Costantini, Alberto Paolucci e Paolo Bianchetti, parlano di progetto di fusione che “azzera ogni possibilità di incisività del nostro territorio e di tutto il nord del Lazio”.
“I criteri ragionieristici che lo hanno ispirato, basati sui valori oggettivi di ogni singolo consorzio, non tiene assolutamente conto delle esigenze di rappresentanza delle diverse realtà locali ed in particolare del Reatino, già dichiarato area di crisi complessa nonchéé devastato dal sisma del 2016. Nella costruzione di tale accorpamento, così come paventata, i territori più piccoli non avranno la possibilità di alcun peso decisionale” dice i sindacati. Paure condivise anche dal segretario dell’Ugl-Utl Rieti Pietro Santarelli per il quale il territorio in questo nuovo contesto “rischia di non avere un proprio rappresentante in consiglio di amministrazione visto che si sta per approvare un progetto in cui questo diritto diventa una vera e propria raccomandazione”.
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