Oggi ricorre il 76° anniversario dell’estremo sacrificio del Commissario Filippo Palieri, che assolse il duplice compito di tutore della legge e testimone della deportazione degli ebrei con quella rigorosa coerenza che, dovendo scegliere fra la propria vita e quella di tanti concittadini innocenti, lo condusse al sacrificio supremo. A ricordarlo il questore di Rieti, Maria Luisa Di Lorenzo e alcuni rappresentanti della locale sezione A.N.P.S.. La celebrazione eucaristica (officiata da Don Fabrizio Borrello) in memoria di Palieri alle 10.30 di oggi presso la Chiesa di S. Barbara in Agro in Via Chiesa Nuova.
Filippo Palieri nacque a Cerignola il 22 maggio 1911, fu un Ex-Allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, si laureò in Giurisprudenza a Roma nel 1933 ed entrò nella Polizia di Stato in giovane età, percorrendo una rapida carriera che lo portò a diventare il Capo di Gabinetto della Questura di Rieti. Proprio durante il suo servizio a Rieti, Filippo Palieri si adoperò per evitare la deportazione nei campi di lavoro in Germania di circa 300 artigiani reatini nascondendo i loro nominativi e avvisandoli personalmente del pericolo. Nello stesso periodo, Palieri fu un attivo collaboratore della Resistenza italiana che operava sulle montagne della Sabina fino al giorno del suo arresto quando fu deportato nel lager di Wietzendorf dove morì il 13 aprile 1945 a causa degli stenti e delle torture subite. A Filippo Palieri sono state dedicate la sezione locale dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, una via della città di Rieti ed un cippo marmoreo nell’area del Santuario della Madonna delle Grazie di Allumiere (Roma).
Foto: Polizia di Stato ©