Con la seconda Pasqua in lockdown, i pasticceri artigiani reatini nutrono aspettative sicuramente migliori rispetto al 2020, quando una regola assurda li teneva chiusi rispetto alla grande distribuzione e ai negozi, ai quali era permessa la commercializzazione diretta di dolci pasquali, condannando le vendite di prodotti artigianali ai dati impietosi registrati a posteriori.
Se nel 2020 le produzioni artigianali avevano subito un crollo di oltre il 50% rispetto al 2019, quest’anno si prevede una riduzione, rispetto sempre al 2019, del 30%.
“Siamo ancora molto lontani dai livelli del 2019 quando il 20% del mercato reatino delle colombe, stimato in circa 400 mila di Euro e delle uova, stimato in circa 650 mila Euro, proveniva da produzioni artigianali”, commenta Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti.
“Ad oggi, nella provincia di Rieti operano 123 aziende tra forni e pasticcerie, occupando oltre 350 addetti. La ripresa, rispetto allo scorso anno, sicuramente ci sarà nel periodo pasquale, ma sarà un processo lento quello che riporterà le attività, (quelle che resisteranno all’impatto della crisi economica) ai livelli pre-pandemia, che ha cambiato per sempre le abitudini di acquisto dei consumatori”.
Se durante la Pasqua del 2020, a causa delle limitazioni introdotte, si era registrato un forte aumento del fai-da-te, testimoniato dal boom nelle vendite di farina, lievito e preparati dolciari, nel 2021, pur rimanendo maggioritario l’acquisto di prodotti industriali, si assisterà a un lieve recupero delle produzioni artigianali e soprattutto a una ricomparsa delle uova artigianali, sostanzialmente scomparse lo scorso anno.
Il recupero è determinato in larga parte a una migliore promozione della qualità dei prodotti che quasi tutte le imprese artigiane hanno cominciato a sviluppare, soprattutto utilizzando i social-media, a seguito delle restrizioni sulle aperture e a una disponibilità delle stesse imprese a consegnare i prodotti a domicilio. Nonostante questi positivi segnali, rispetto al 2019 le produzioni artigianali subiranno una perdita nel mercato reatino di oltre 200 mila euro.
“Un prezzo alto da pagare per un settore che non si è mai arreso, anche di fronte a repentini “cambi di colore”, a restrizioni sui consumi in loco, nonostante la pedissequa osservanza delle norme di igiene e anti-assembramento”, conclude il Direttore di Confartigianato Imprese Rieti, “parliamo di imprese del nostro territorio dall’alto valore qualititativo, che portano avanti tradizioni centenarie reinterpretandole in maniera sempre più originale e che, in diverse occasioni, hanno anche ricevuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Queste sono eccellenze da tutelare e incentivare e, alla luce degli inevitabili cambiamenti nei consumi, da accompagnare nell’uso delle tecnologie digitali e della multicanalità di distribuzione dei prodotti artigianali”.
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