“In Italia più del 50 percento del patrimonio edilizio privato è stato costruito prima del 1974, in totale assenza di norme antisismiche. Inoltre, tutta la dorsale appenninica, a partire dall’Umbria fino alla Basilicata e la parte più a sud della Calabria sono caratterizzate da un elevato rischio sismico. Con l’attuale massimale di 95.000 euro del “sisma bonus” si possono fare tutt’al più interventi di miglioramento e non invece di adeguamento sismico. La legge che ho presentato e che in vigore nel Lazio, che prevede interventi a fondo perduto per l’adeguamento, dovrebbe diventare un modello nazionale. Nel recovery plan sono previsti fondi ingenti per la green economy. È giusto, ma andrebbe integrato con la messa in sicurezza del nostro patrimonio immobiliare e dei nostri monumenti, alzando il tetto del “sisma bonus” a 140.000 euro per gli immobili situati in zona simica 1 o 2. Solo sfruttando al massimo questa occasione potremo tutelare la vita delle persone insieme a quello che è sempre di più il nostro maggior capitale economico: le bellezze del nostro paese, attuando una prevenzione a 360 gradi e coniugando vita, ecologia ed economia”.
Così in una nota Sergio Pirozzi, responsabile nazionale emergenze e prevenzione grandi rischi di Fratelli d’Italia.
Foto: RietiLife ©