(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Sono le donne a pagare il prezzo più alto dalla crisi generata dalla pandemia. Infatti, in 12 mesi di Covid, in provincia sono state 7.402 (51%) le donne che hanno perso il lavoro, contro i 7.137 (49%) degli uomini. Una differenza a favore di questi ultimi di 265 unità. Disparità nei licenziamenti che invece non è evidente nelle assunzioni dove il numero è praticamente lo stesso: 8.182 donne e 8.189 uomini, per un totale di 16.372 unità.
Il saldo tra assunzioni e cessazioni è di 1.832 e a questo dato positivo hanno contribuito più gli uomini (+1052) che le donne (+780). Diversa la situazione del Lazio dove sono state assunte meno donne (585.105), pari al 46%, e più uomini (681.026), pari al 54%, per un totale di 1.266.131. E meno cessazioni per le donne (572.696), pari al 46%, a fronte delle 672.032 degli uomini, pari al 54%. Tuttavia anche nel Lazio il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo, 21.403, e a questo risultato hanno dato un maggior contributo le donne (+12.409) rispetto agli uomini (+8.994). In Italia, secondo i dati forniti dai consulenti del lavoro, il calo dell’occupazione femminile durante l’emergenza Covid è stato il doppio rispetto alla media Ue con 402 mila posti di lavoro persi tra aprile e settembre 2020.
Infatti, a fronte di un calo del 4,1% delle addette tra i 15 e i 64 anni (-402 mila posti) nel nostro Paese, in Europa il numero nella stessa fascia d’età è sceso del 2,1%. Dati preoccupanti che purtroppo potrebbero avere una ulteriore evoluzione in negativo anche alla luce della terza ondata pandemica che ha costretto a nuovi lockdown e restrizioni.
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