(r.l.) Nelle scorse ore il mondo dello sport ha dato l’addio a Marco Bogarelli. Sessantaquattrenne, ex numero uno di Infront e per anni definito il “re dei diritti tv”, per lui è stata fatale per lui una polmonite da Covid. Lascia moglie e tre figlie. “La gestione di advisoring da parte di Infront sotto la sua guida ha permesso alla Lega di Serie A di conseguire risultati economici ragguardevoli” ricorda La Gazzetta dello Sport del manager sportivo.
Bogarelli aveva fiere origini leonessane da parte di madre. Un profilo, in questo senso, lo tratteggia Calciomercato.com, con l’articolo del giornalista reatino Germano D’Ambrosio: “Se in una qualsiasi, afosa giornata di metà agosto vi fosse venuto in mente di cercare Marco Bogarelli, il ‘re dei diritti tv’, fino a qualche anno fa probabilmente l’uomo più potente e più temuto del calcio italiano, non l’avreste certo trovato su un panfilo ormeggiato chissà dove – scrive Calciomercato.com. Sareste dovuti arrivare invece fino a Terzone, un piccolissimo paese al confine fra il Lazio e l’Umbria. Qui il bocconiano Bogarelli era semplicemente Marco: vi avrebbe accolti in calzoncini e maglietta, mentre distribuiva piatti di bucatini all’amatriciana durante la festa delle cantine, o in processione dietro alla Madonna della Cintura, a cui era devotissimo. Un buen retiro, forse qualcosa di più. Un altro mondo, dove nessuno si sarebbe mai sognato di chiedergli notizie sugli esiti di una riunione di Lega, o della bontà dei rapporti col presidente di un certo club”.
Una figura del mondo dei “poteri forti”, intorno e sotto di lui. Ma non a Terzone, scrive Calciomercato.com: “In questa frazione di Leonessa, provincia di Rieti, da ieri non ci si dà pace. Elide, la madre di Bogarelli, terzonese doc, la ricordano solo i più anziani, così come il padre Ferruccio, milanese, che andava a caccia nelle campagne circostanti. Marco invece no, lo ricordano proprio tutti, dal primo all’ultimo. Nato a Milano, qui ha trascorso ogni estate dall’infanzia a oggi. Da ragazzino, ricordano ora gli amici, confessava di avere una certa difficoltà nel tornare a parlare con i compagni di scuola, a settembre, dopo essersi immerso nel dialetto locale (timbrica umbro-laziale, livello di difficoltà pro) per due-tre mesi consecutivi. Non ha mai interrotto il forte legame con il paese, ad agosto la sua presenza era immancabile. Spegneva il telefono, dimenticava l’automobile. Dalla sua villa posta in cima al paese scendeva a piedi verso il bar, tutti i giorni. Due chiacchiere con chiunque incontrasse, una vigorosa stretta di mano, magari una partita a carte, un bicchiere di buon vino. Instancabile organizzatore di cene, feste, tornei di giochi popolari. Serate intere ad ascoltare gli stornelli suonati all’organetto, peccato solo che di milanesi non ce ne fossero in repertorio”.
Di Bogarelli i ricorda la passione per il calcio e per le partite “scapoli ammogliati” nel ruolo di difensore. Ma anche della disponibilità e bontà: “In occasione del terremoto del 2016 – che qui picchiò duro – mise a disposizione la sua casa per chiunque del paese avesse bisogno di un tetto dove ripararsi. Anche per questo (ma non solo), a Terzone di Leonessa ci tengono che il suo ricordo non si limiti a quello di un manager di grande successo. Lì il re girava senza scettro. E incuteva decisamente meno timore che fra i corridoi di via Rosellini” conclude Calciomercato.com.
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