I ricercatori della Sabina Universitas pubblicano un importante articolo sul ruolo delle zattere lipidiche (lipid raft) come strategia contro il Coronavirus.
È stato infatti pubblicato nel mese di gennaio, sulla rivista “Frontiers in Cell and Developmental Biology” un lavoro dal titolo: “Targeting Lipid Rafts as a Strategy Against Coronavirus”, ideato dal Dott. Vincenzo Mattei del Biomedicine and Advanced Tecnologies Rieti Center “Sabina Universitas” e Coordinato dal Prof. Maurizio Sorice del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università Sapienza di Roma. Lo studio portato avanti dai ricercatori era incentrato sui composti che alterano le strutture delle membrane cellulari che sono in grado di inibire l’ingresso dei Coronavirus all’interno delle cellule diminuendone la capacità proliferativa.
Grande la soddisfazione espressa dal Presidente della Sabina Universitas, dott. Roberto Lorenzetti. “Un articolo di così grande valenza è la testimonianza di come si vada sempre maggiormente rafforzando il rapporto tra ricercatori reatini e professori di grande spessore, come quelli citati nell’articolo dell’Università Sapienza. Il momento storico che noi tutti stiamo vivendo ci obbliga del resto a fare delle riflessioni e ritengo che ormai sia chiaro a tutti il ruolo chiave che la ricerca scientifica può svolgere per uscire dall’attuale emergenza”.
Il primo contatto tra i coronavirus e le cellule ospiti avviene a livello dei lipid rafts, regioni specializzate della membrana plasmatica cellulare, che forniscono un’opportuna piattaforma in grado di concentrare il recettore ACE-2, rappresentando così una porta di ingresso cellulare per i virus. I nostri ricercatori hanno ipotizzato un possibile coinvolgimento dei lipid rafts nel meccanismo di entrata dei Coronavirus, tra cui il tristemente famoso SARS-CoV-2.
I lipid rafts infatti rappresentano la regione sulla membrana plasmatica delle cellule ospite in cui si concentrano i recettori dell’angiotensina-2 (ACE-2), a cui il virus SARS-CoV-2 si lega con la sua proteina spike. In questo lavoro, i nostri esperti si sono concentrati sul bersaglio selettivo dei componenti dei lipid rafts come una possibile strategia contro l’ingresso del virus.
“Segnaliamo che agenti, come statine o ciclodestrine – scrivono i ricercatori – possono ridurre il colesterolo e causare l’alterazione strutturale dei raft lipidici, influenzando di conseguenza l’adesione e il legame dei coronavirus. Inoltre, questi composti possono riunirsi in complessi con vari farmaci o possono essere utilizzati come eccipienti in farmaci antivirali, come lopinavir e remdesivir, migliorando la biodisponibilità e la solubilità. Pertanto, il possibile utilizzo di farmaci che agiscono sulle zattere lipidiche potrebbe regolare e bloccare l’ingresso dei Coronavirus nella cellula ospite”.
Foto: RietiLife ©