Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice.
“Mi sono trasferita a Rieti con tutta la famiglia e il 22/01, via pec, ho inviato tutti i documenti e i vari moduli necessari per fare il cambio residenza. Premetto, ero anche felice perché finalmente c’era la possibilità di sfruttare al meglio questi strumenti digitali, visto anche il momento. Felicità passata quasi subito: oggi apprendo, dopo diverse telefonate, che la mia pratica non è ancora stata lavorata, basti pensare che di persona rilasciano subito una ricevuta di cambio residenza con la la poter avviare le altre pratiche. E nessuno sa darmi una risposta, visto che (parole di chi mi ha risposto al telefono): l’impiegata che segue i cambi residenza lavora in smart working e noi non sappiamo cosa dire. Io ora non sto qua a giudicare il lavoro di nessuno, ma, se fossi andata di persona, avrei avuto appuntamento a marzo (sempre detto dalla funzionaria), avrei comunque creato una situazione di contatto. Cerco di fare tutto in modo smart, senza nessun pericolo e il risultato è che dopo 11 giorni ancora non ho nemmeno la ricevuta di presa in carico, non posso prendere il dottore per me e per i miei figli, ho la carta identità da rifare e non posso, non posso accedere ai servizi di nettezza urbana… E tutto questo perché? Perché un’impiegata lavora da casa? Direi che non ci siamo, non voglio fare paragoni con altre realtà perché sarebbe impensabile, ma è altrettanto impensabile lasciare dei cittadini così, in balia dei tempi e degli umori di una dipendente. Io intanto sono qua, che aspetto, mando solleciti, chiamo e mi arrabbio, ma a questo punto è come andare contro un muro… cosa si fa in questi casi?
Foto: RietiLife ©